mare monstrum 2002 - Legambiente
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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />
purificazione delle acque reflue, nel contempo continueranno a funzionare,<br />
anche se a singhiozzo, in attesa di opere di ristrutturazione.In questo modo il<br />
provvedimento se da un lato cerca le responsabilità del mancato<br />
funzionamento, dall’ altra tenta di evitare disagi a tutti i comuni dell’hinterland<br />
a Napoli che qui scarica i liquami di un milione di abitanti. Sotto accusa le<br />
anomalie tecniche, il mancato funzionamentodi una parte dell’impianto,<br />
l’inquinamento dell’aria e del <strong>mare</strong> della costa di Licola. La procura , insieme<br />
con la Polizia ambientale della Provincia di Napoli, ha accertato che a non<br />
funzionare sono le macchine che servono alla grigliatura e alla “di sabbiatura “<br />
dei rifiuti. In pratica i liquami una volta arrivati al depuratore, finiscno in<br />
vasche, che per la scarsa manuetenzione non permette il primo processo di<br />
purificazione, attraverso semplici paratie e griglie. Si stima che il 30% degli<br />
scarichi fognari sfocia a <strong>mare</strong>, senza nessuno tipo di trattamento. Questa<br />
macchina, perfetta sulla carta, è oggi superata da ingegni molto più complessi,<br />
che la rendono antiquata ed inefficace. Per questro motivo la Regione<br />
Campania ha indetto il project financing che prevede la ristrutturazione di<br />
cinque depuratori compreso Cuma. Il mostro che ingoia liquami per<br />
trasformarli in fango non ha mai funzionato a dovere. Sarà anche una casualità,<br />
ma secondo dati scientifici,il tasso di mortalità per cancro, nella zona del<br />
depuratore sono sopra la media. Nel provvedimento della magistratura si<br />
impone di copmpiee una serie di interventi urgenti, ben 13, entro e non oltre l’8<br />
luglio <strong>2002</strong>. Ora i tecnici della Regione Campania stanno facendo la corsa<br />
contro il tempo per adempiere al compito. Si va dal”ripristino di funzionalità<br />
del sistema di sollevamento esterno dell’alveo dei Camaldoli” a quello “del<br />
sistema di sollevamento esterno della stazione di Licola Mare” dal “ripristino<br />
della fase di “grigliatura a quello dei “sistemi di sollevamento interno ,<br />
primario e secondario”; ancora si chiede il ripristino “ della funzionalità della<br />
stabilizzazione dei fanghi, i cui silos di stoccaggio sono risultati fuori<br />
esercizio”.<br />
Sarno: un fiume di veleni<br />
Anche quest'anno il <strong>mare</strong> non bagna Napoli e provincia. Infatti quasi<br />
del tutto off limits alla balneazione il tratto di <strong>mare</strong> che va da Via Caracciolo a<br />
Pozzano, vicino Castella<strong>mare</strong> di Statbia. Sul banco degli imputati l'ecomostro<br />
per eccellenza. Si scrive Sarno, si legge sversatoio per ogni genere di rifiuti:<br />
sulle sue acque navigano le scorie prodotte dalle industrie conserviere e dalle<br />
concerie dell'entroterra. Il fiume scorre lungo 24 km. Il bacino idrografico ha<br />
un estensione di circa 500 kmq, pari a circa il 4% della superficie regionale.<br />
Interessa tre province: Napoli, Avellino e Salerno e comprende 39 comuni.<br />
Interessa una popolazione di circa 750mila residenti, pari al 13% di quella<br />
intera regione Campania, con una densità urbana media pari a circa 1300<br />
ab/kmq con punte di oltre 2000ab/kmq nelle zone costiere. Un fiume ormai<br />
tristemente famoso per essere diventato l'emblema del degrado in cui dono<br />
ridotti numerosi corsi d'acqua. I prelievi effettuati a più riprese dai vari Enti,<br />
dalla stessa <strong>Legambiente</strong> delineano un quadro a dir poco allarmante: le acque<br />
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