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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

drasticamente la zona B di pre-riserva, determinando di fatto la sanatoria anche<br />

delle costruzioni abusive assolutamente incompatibili con i valori naturalistici<br />

della riserva. Sono passati due anni dallo stop agli abbattimenti imposto dalla<br />

nuova amministrazione comunale, mentre si era in attesa dei procedimenti di<br />

autodemolizione da parte dei proprietari, in virtù dei quali dovevano essere<br />

abbattute 40 costruzioni, per 20 è stato presentato ricorso, mentre delle restanti<br />

20 ne sono state abbattute 3 o 4. L’Oasi del Simeto, alla foce dell’omonimo<br />

fiume, è una delle aree umide di maggior pregio ambientale d’Italia, dove<br />

ancora oggi transitano e nidificano rare specie di uccelli migratori.<br />

<strong>Legambiente</strong> chiede che si prosegua, senza ripensamenti, l’opera di<br />

abbattimento delle costruzioni illegali e di recupero dell’Oasi.<br />

Le ville di Pizzo Sella<br />

Un milione di metri quadri di collina scoscesa e rocciosa sottoposta a<br />

vincolo idrogeologico e paesaggistico lottizzati abusivamente, 314 concessioni<br />

edilizie rilasciate illegittimamente dal Comune di Palermo in una zona<br />

destinata a verde agricolo, l59 unità immobiliari realizzate, il tutto corredato da<br />

opere di urbanizzazione primaria, strade, fognature, impianto di illuminazione,<br />

ecc. Si tratta delle ville di Pizzo Sella, a Palermo, un altro ecomostro il cui caso<br />

è quasi chiuso: le case abusive costruite sul promontorio palermitano di Pizzo<br />

Sella, ribattezzata la collina del disonore, vanno confiscate e il danno<br />

ambientale prodotto deve essere risarcito. Lo ha stabilito la sentenza emessa il<br />

29 gennaio 2000 dal giudice Lorenzo Chiaramonte, che ha condannato dieci<br />

tecnici, funzionari comunali e imprenditori, accusati di aver partecipato a vario<br />

titolo ad un’enorme speculazione edilizia. Diversi lotti di terreno con rispettiva<br />

villetta sono stati "donati" ad alcuni tecnici e funzionari comunali, per facilitare<br />

e rendere possibile il rilascio delle concessioni. In particolare, il progettista del<br />

complesso edilizio allo stesso tempo faceva parte della commissione edilizia<br />

che dava il parere sulle concessioni e naturalmente aveva esercitato la sua<br />

influenza affinché i progetti fossero approvati senza problemi. Particolare non<br />

trascurabile, infine, le concessioni edilizie figuravano intestate alla sorella del<br />

noto boss mafioso Michele Greco il "papa della mafia". Una colossale<br />

speculazione immobiliare che nasconde un’imponente operazione di<br />

riciclaggio di denaro “sporco” da parte di Cosa Nostra. Dopo la demolizione<br />

dei primi scheletri, la sentenza apre adesso una pagina completamente nuova in<br />

questa vicenda, premessa indispensabile per la demolizione delle oltre 300<br />

costruzioni illegali che da più di vent'anni deturpano la collina.<br />

La “saracinesca” di Bari<br />

Il 29 gennaio 2001 la Corte di Cassazione ha reso definitiva la sentenza<br />

emessa nel 1999 dal giudice per le indagini preliminari di Bari, Maria Mitola:<br />

l’ecomostro di Punta Perotti, 300mila metri cubi di cemento costruiti sul<br />

lungo<strong>mare</strong> di Bari, è abusivo, annullando, così la sentenza della Corte<br />

d’Appello di Bari che aveva assolto gli imputati perché il fatto non sussisteva e<br />

restituito l’ecomostro di Punta Perotti ai proprietari. La sentenza, definitiva,<br />

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