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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

per il malcapitato novellame presente nei fondali del Golfo di Napoli. Sono<br />

tantissimi i cosiddetti “predoni” del <strong>mare</strong>, pescatori dilettanti o con “licenza”<br />

che tutto l'anno, approfittando dalla benevolenza del clima, delle condizioni di<br />

vento e di correnti, danno la caccia e distruggono quintali di minuscoli capi di<br />

pesce che nel giro di pochi mesi potrebbe diventare pesci di taglia e di prelibata<br />

specie. Nel mese di ottobre dello scorso anno, sono stati pescati quintali di<br />

spadini e connetti, venduti poi a prezzi stracciati nei mercati all’ingrosso e<br />

nelle pescherie e ristoranti. Centinaia di piccole imbarcazioni, soprattutto nei<br />

giorni del week-end si addensano sulle secche e nelle zone di passaggio armati<br />

di coffe, lenze a traino, sardine ed esche per fare incetta di novellame. Il<br />

bottino viene poi rivenduto a Pozzuoli, Portici, Procida, Ischia ma anche sui<br />

pontili di Mergellina, 10-15 € a capo, senza procedere al peso per far presto e<br />

non dare troppo nell’occhio. Ma il tutto è stato sequestrato in seguito ad un<br />

operazione disposta dall’ammiraglio Ubaldo Scarpati e affidata al<br />

coordinamento del comandante Francesco Cammarota, responsabile della<br />

sezione Unità Navali della Capitaneria di Porto di Napoli. Controlli a tappeto:<br />

motovedette in azione da un capo all’altro del golfo; contemporaneamente,<br />

blitz nei mercati e nelle cucine di molti ristoranti. Operazione che testimonia la<br />

crisi del settore. Per far quadrare bilanci sempre più magri, le piccole imprese<br />

sono costrette a raschiare il fondo del barile, ad impiegare strumenti sempre più<br />

pesanti di pesca e razziare quantità sempre più elevata di novellame, senza<br />

porsi minimamente il problema degli equilibri biologici e della salvaguardia<br />

della specie pregiata. Ed ecco che nei mesi ancora più caldi dell’autunno, inizia<br />

la strage di piccoli spadini, la distruzione di mini ricciole, proseguendo nel<br />

tempo con la pesca delle fravaglie e del bianchetto. Un giro questo del<br />

novellame, fiorito per il vezzo dei ristoranti e ristorantini marini sorti come<br />

funghi sul litorale flegreo. Per pescarli gli armatori non esitano ad impiegare<br />

attrezzature micidiali: reti con maglie strettissime o anche con il famoso<br />

“panno” finale, con un coppo che stringe e distrugge non soltanto pascetti<br />

piccolissimi ma anche larve appena abbozzate. Del resto il novellame viene a<br />

costare molto di più del pesce adulto. Un esempio? Gli spadini da un chilo e<br />

mezzo possono essere venduti anche a 12 euro l’uno. Un pesca illegale che<br />

incide anche sul pescato futuro. Gli stessi spadini nel giro di qualche mese<br />

riescono a crescere sino a 12 chili complessivi. L’unico novellame legale sono<br />

i rossetti (in napoletano i cosiddetti cicicielli). Ma nonostante il divieto, il<br />

novellame lo si può trovare facilmente. Pignasecca, Mergellina, piazza<br />

Mercelli fino alla Sanità. A venderlo soprattutto i pescivendoli abusivi, quelli<br />

che girano con il “tre ruote”. Contro venditori e pescatori si susseguono<br />

controlli e blitz. Oltre i sequestri, i titolari di esercizio trovati in possesso di<br />

novellame proibito rischiano forte multe. Ma poiché il fenomeno è diffuso, che<br />

riguarda la gran parte di ristoranti e pescherie napoletane, è difficile da<br />

combattere e da arginare. Ed alla fine il novellame rimane uno dei piatti tipici<br />

della cucina napoletana.<br />

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