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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

energetica in palio, infatti, ammonta secondo l’Agip a 30 miliardi di metri cubi<br />

da estrarre in 25 anni, con investimenti di 1.200 miliardi. L’apporto di questa<br />

attività, frazionata in un quarto di secolo, non sembra compensare il prezzo<br />

ambientale, economico e sociale che la comunità nazionale sarebbe costretta a<br />

pagare. E’ senza dubbio preferibile, dunque, dirottare le stesse risorse verso<br />

investimenti di risparmio energetico e di potenziamento delle fonti di energia<br />

rinnovabili.<br />

REGIONE TOTALE KM DI<br />

COSTA<br />

COSTA A RISCHIO<br />

MOLTO ELEVATO<br />

Abruzzo 125 25%<br />

Basilicata 53 57%<br />

Calabria 690 67%<br />

Campania 350* 58%<br />

Emilia Romagna 130 13%<br />

Friuli Venezia Giulia 100 4,2%<br />

Lazio 290 18%<br />

Liguria 355 15%<br />

Marche 145 16%<br />

Sardegna 1.900 1,5%<br />

Sicilia 996* 12%<br />

Toscana 470 17%<br />

Veneto 160 7,5%<br />

Totale 5764 -<br />

* isole escluse<br />

Fonte: dati tratti da uno studio di Leandro D’Alessandro, del dipartimento di<br />

Scienze della Terra dell’Università di Chieti, e di Giovanni Battista La Monica, del<br />

dipartimento di Scienze della Terra dell’Università “La Sapienza” di Roma.<br />

8.4 Un caso esemplare: la Campania<br />

Spiagge risucchiate dal <strong>mare</strong>, costruzioni di cemento armato piegate<br />

dalle onde, alberghi come palafitte. Sono 95 i chilometri di costa campana a<br />

rischio di erosione molto elevato. Dei 350 chilometri di litorale della regione<br />

(escluse le isole) 170 sono di costa alta e 162 di spiagge, cui vanno sommati<br />

altri 16 chilometri coperti da banchine e strutture portuali. Una accentuata<br />

spinta all’urbanizzazione, la costante tendenza alla violazione delle leggi e<br />

all’abusivismo edilizio, la preferenza per la infrastrutturazione trasportistica in<br />

aree costiere, se non addirittura sulla linea di costa, dai porti all’uso<br />

sconsiderato del territorio. Dalla fine degli anni ’50 ad oggi, la fascia costiera<br />

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