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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

del fiume e quelle dei suoi affluenti sono un concentrato di acqua di fogna e<br />

reflui industriali. Dichiarato "area ad elevato rischio ambientale" nell'agosto<br />

1992, il bacino del Sarno secondo un ultimo censimento Istat, ospita<br />

complessivamente oltre 5000 imprese. Di particolare interesse per l'impatto<br />

ambientale, sono il settore conciario, che si concentra nel polo Solofrano in<br />

provincia di Avellino, che comprende circa 120 concerie, e quello conserviero,<br />

di trasformazione del pomodoro, con altre 100 imprese (oltre la metà dei quali<br />

ha i propri stabilimenti nei Comuni di Scafati ed Angri e Sant'Antonio Abate).<br />

Attualmente la incompletezza della rete fognaria, la dotazione episodica di<br />

impianti di depurazione a livello comunale e la loro scarsa efficienza, i lavori a<br />

rilento del sistema depurativo predisposto dal Ministero dell'Ambiente ed<br />

infine, la esiguità delle industrie che applicano il pretattamento delle acque<br />

reflue, hanno trasformato il reticolo idrografico in una fogna a cielo aperto con<br />

basse capacità dell'ecosistema fluviale di autodepurarsi vista la scarsa portata<br />

del fiume, il suo breve corso e la esiguità dei tratti di vegetazione naturale e<br />

perifluviale presenti lungo il percorso. Secondo dati del Noe, negli ultimi anni<br />

sono stati effettuati nell'area circa 1500 ispezioni, accertate circa 1000<br />

violazioni e posti sigilli a quasi 100 piccole imprese. Secondo un' analisi della<br />

Prefettura sulla copertura della rete fognaria dei 39 comuni del Bacino del<br />

Sarno, ben 19 comuni rientrano in una fascia di copertura di fognature tra l’0<br />

ed il 33%, 7 comuni tra il 34 ed il 66% e solo 13 presentano una copertura di<br />

rete fognaria pari ad una fascia tra il 67 ed 100%. Del resto la maggior fonte di<br />

inquinamento delle acque marine-costiere viene da terra, attraverso le acque<br />

dei fiumi. In Campania, dai dati della Goletta Verde su sei foci dei fiumi, 5<br />

risultano gravemente inquinato (uno o più parametri almeno 10 volte oltre i<br />

limiti di legge) e il rimanente considerato inquinato. Un eccesso significativo di<br />

mortalità, per le cause non tumorali per malattie cerebrovascolari (+11%<br />

rispetto alla media regionale pari a 997 casi), un aumento di mortalità anche<br />

per malattie dell’apparato respiratorio totali e croniche pari +27% (745 casi)<br />

+36% (582 casi). Tra le donne preoccupanti gli eccessi di mortalità nelle<br />

malattie dell’apparato respiratorio con +15% rispetto alla media regionale (369<br />

casi). Per quanto riguarda l’intera area a rischio, in cui è presente un’intensa<br />

attività agricola legata alle industrie conserviere del pomodoro, si segnalano,<br />

tra le cause tumorali, nelle femmine, rischi molto elevati per i linfomi non –<br />

Hodgkin (+53% pari a 51 casi), malattia associata in “letteratura” alle<br />

esposizioni di pesticidi. Questi i dati di uno studio dell’OMS (Organizzazione<br />

Mondiale della Sanità) per conto del Ministero dell’Ambiente sulle 15 aree a<br />

rischio ambientale, tra le quali rientar l’area del fiume Sarno. “La zona<br />

maggiormente a rischio, secondo lo studio dell’Oms sono i quattro comuni<br />

(Mercato san Severino- Monitoro Inf-Montoro Sup e Solfora) del polo<br />

conciario, dove negli uomini i valori delle stime di rischio, collegati a malattie<br />

totali e croniche dell’apparato respiratorio sono superiori all’intera area con un<br />

aumento del 47% pari a 112 casi”. Infatti nel commento finale dello studio<br />

dell’OMS viene scritto: “che la concentrazioni dei rischi più alti è situata nei<br />

pressi del polo conciario di Solfora, dove si registrano rischi in crescita<br />

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