mare monstrum 2002 - Legambiente
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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />
Per dare un’idea di cosa può succedere quando l’intervento delle forze<br />
dell’ordine – come spesso avviene – comporta non solo il sequestro del pescato<br />
e degli attrezzi (di valore contenuto) utilizzati per la pesca, ma anche<br />
dell’intera imbarcazione, è sufficiente ricordare alcuni episodi di cronaca.<br />
Uno dei più significativi avvenne qualche anno fa a seguito del<br />
sequestro di un “turbosoffiante” che pescava in zona di divieto in ore notturne.<br />
L’imbarcazione, sequestrata dal personale intervenuto, venne collocata presso<br />
la Capitaneria di Porto, dunque in zona militare. Immediatamente, in piena<br />
notte, si radunarono sul posto altri pescatori unitamente a loro familiari<br />
nonostante la distanza tra le isole ove gli stessi risiedono ed il luogo dove si<br />
trovava l’imbarcazione in sequestro. La Capitaneria venne assaltata da un<br />
numero considerevole di persone ed i locali vennero letteralmente devastati<br />
(furono distrutte le suppellettili, divelti i termosifoni, e compiuti altri atti di<br />
vandalismo).<br />
Il fatto fu talmente grave che il Procuratore Generale di Venezia ritenne<br />
di doverlo ricordare nella relazione sull’amministrazione della giustizia<br />
presentata il 15 gennaio 2000 in occasione della inaugurazione dell’anno<br />
giudiziario (pag. 13).<br />
Sempre in quell’occasione vennero ricordati altri episodi più recenti,<br />
pure verificatisi sempre in occasione di interventi delle forze dell’ordine.<br />
Si fece così riferimento agli innumerevoli atti di resistenza e tentativi di<br />
speronamento da parte dei pescatori abusivi ed, ancora, ad un altro<br />
significativo episodio avvenuto nell’isola di Pellestrina, una delle roccaforti dei<br />
pescatori abusivi.<br />
Si doveva, infatti, procedere al sequestro di 84 imbarcazioni<br />
“turbosoffianti” disposto dal G.I.P. per violazione dell’articolo 1231 del codice<br />
della navigazione, trattandosi di imbarcazioni che – per la presenza di<br />
caratteristiche costruttive particolari non erano in possesso dei requisiti in tema<br />
di sicurezza della navigazione.<br />
L’operazione, pianificata da tempo dalla Prefettura e dalla Questura,<br />
vide impegnati oltre 300 uomini appartenenti alla Polizia di Stato, la Guardia di<br />
Finanza e l’Arma dei Carabinieri provenienti anche da altre parti d’Italia.<br />
Nonostante l’imponente spiegamento di forze, i pescatori ed i loro familiari<br />
scatenarono una vera e propria azione di guerriglia urbana consentendo ai<br />
pescherecci di mollare gli ormeggi e prendere il largo.<br />
Vennero sequestrate solo 4 imbarcazioni su 84, mentre gli altri<br />
pescherecci dell’isola formarono un blocco navale che impedì alle<br />
imbarcazioni delle forze dell’ordine di rientrare nelle sedi di appartenenza<br />
(dovettero farlo uscendo in <strong>mare</strong> aperto ed aggirando, con un lungo percorso, il<br />
blocco che interessava l’area lagunare).<br />
I sequestri vennero effettuati solo nei giorni successivi.<br />
Spesso i “barchini” – forti del loro numero – occupano<br />
minacciosamente lo specchio d’acqua antistante la Stazione Navale della GdF<br />
nell’isola della Giudecca, praticamente di fronte a San Marco, quale reazione al<br />
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