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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

impedendo ogni possibilità di ripristino e recupero dell'area umida, prevista dal<br />

Piano strutturale in vigore. Quest’anno <strong>Legambiente</strong> Carrara ha organizzato<br />

nella stessa spiaggia l’operazione spiagge pulite per chiedere al Comune di<br />

abbattere, che continua a fare “orecchie da mercante”.<br />

Lo "scheletrone" di Palmaria<br />

Circa 10.000 metri cubi di cemento incombono sul paesaggio del Parco<br />

Regionale delle Cinque Terre. Uno scheletro abusivo alto 30 metri nel Comune<br />

di Portovenere di cui <strong>Legambiente</strong> chiede la demolizione e il recupero<br />

dell'area, tra le più suggestive di Palmaria.<br />

La vicenda inizia nel 1975 quando il Sindaco di Portovenere rilascia<br />

una concessione edilizia per la realizzazione di un albergo e di un residence di<br />

45 appartamenti, con annessi servizi e infrastrutture. Nello stesso anno la<br />

Pretura blocca la speculazione, mette sotto sequestro il manufatto e rinvia a<br />

giudizio i titolari della società lottizzatrice, il Sindaco e l'impresa. La sentenza<br />

è poi confermata anche in appello. Si attende ancora un intervento della Giunta<br />

regionale. La Giunta comunale di Portovenere ha votato una delibera che<br />

rigetta definitivamente la richiesta di condono presentata dai proprietari. Il 23<br />

maggio scorso è stato raggiunto un accordo tra la regione Liguria, il Comune di<br />

Portovenere e la Sovrintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio<br />

della Liguria che dovrebbe portare all’abbattimento dello scheletrone di<br />

Palmaria che da oltre 30 anni sfregia uno dei tratti di costa più belli della<br />

Liguria.<br />

L’Hotel Castelsandra nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diana<br />

(Comune di Castellabate – Salerno)<br />

Un vasto complesso immobiliare a destinazione alberghiera costruito su<br />

di una collina, nel cuore del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diana.<br />

Siamo nel comune di Castellabate in provincia di Salerno dove, a partire dalla<br />

meta degli anni ’80, in assenza di qualsivoglia lecito titolo concessorio, in una<br />

zona incontaminata soggetta a vincolo di inedificabilità e destinato all’uso<br />

civico boschivo, è stato costruito l’Hotel Castelsandra. Il complesso<br />

alberghiero è stato confiscato perché ritenuto oggetto di reinvestimento e di<br />

riciclaggio di attività illecite e criminali da parte del clan camorristico dei<br />

Nuvoletta.<br />

Sull’annosa vicenda che va avanti ormai da un decennio sembrerebbe<br />

comparire la parola fine. Il Sottosegretario di stato per l’economia e la finanza<br />

Maria Teresa Armosino, nella seduta della Camera dei deputati del 28<br />

novembre 2001 ha espressamente risposto in merito all’interrogazione<br />

parlamentare sull’Hotel Castelsandra che: “l’area interessata dalla costruzione<br />

e contraddistinta da un vincolo di inedificabilità assoluta, prevista dal Piano<br />

regolatore generale adottato dal Comune di Castellabate. Di conseguenza<br />

l’edificazione realizzata non è neppure suscettibile di un provvedimento di<br />

sanatoria edilizia”. Inoltre, “Il soggetto giuridicamente tenuto a procedere ad<br />

ogni attività occorrente per la demolizione secondo le regole tipiche dettate in<br />

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