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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

campana è stata utilizzata come un bene inesauribile ed indistruttibile su cui<br />

fosse possibile gravare con un numero illimitato di opere, senza curarsi delle<br />

conseguenze, invece di amministrarlo come un bene prezioso che doveva<br />

durare nel tempo per permettere una migliore resa economica. Spesso i<br />

successivi interventi, con la costruzione delle più svariate opere di difesa, sono<br />

stati spesso del tipo “ tampone” sotto la spinta dell’urgenza. Opere realizzate in<br />

tempi diversi, in aree limitate, che hanno rimandato la soluzione del problema<br />

senza risolverlo. Le strutture portuali a difesa della costa (Pineta<strong>mare</strong>,<br />

Casalvelino, Policastro, Ischia, foce del Volturno, Monte di Procida) e gli<br />

interventi realizzati lungo le aste fluviali (Traversa di Ponte Annibale sul<br />

Volturno, Traversa di Persano sul Sele, diga del fiume Alento) hanno<br />

contribuito negli ultimi anni a modificare gli equilibri naturali creando locali<br />

vantaggi e diffusi scompensi ai litorali. L'emergenza riguarda in particolar<br />

modo la costa salernitana, il litorale domizio flegreo e l'isola di Ischia e<br />

Procida. Secondo uno studio della Provincia di Salerno, i salernitani ogni anno<br />

perdono circa un metro di spiaggia all'anno. A rischio il litorale sabbioso, che<br />

va da Salerno a sud, con maggiori problemi verso Eboli, dove in alcuni punti il<br />

<strong>mare</strong> lambisce la strada provinciale costiera mentre nel Cilento, dove i ritmi di<br />

erosione, superano sicuramente di gran lunga i valori di un metro all'anno. Nel<br />

tratto salernitano compreso tra piazza della Concordia fino alla foce del fiume<br />

Fuorni, negli ultimi 25 anni, si è assistito ad un arretramento generalizzato con<br />

punte massime di 15 metri. Qui sotto accusa il consistente prelievo di "inerti".<br />

Nella zona di Mercatello, sistemando una scogliera davanti all’omonimo lido<br />

nel ’90, si è determinato un tombolo sabbioso che ha accentuato l’erosione<br />

nelle zone adiacenti. Andando verso la litoranea, caso emblematico ai confini<br />

del comune di Pontecagnano dove il <strong>mare</strong> lambisce addirittura la strada<br />

provinciale che va verso Paestum. Meno grave il problema nella costiera<br />

amalfitana, dove nelle insenatura in cui sono presenti le spiagge, il fenomeno<br />

esiste ma in misura minore anche perché i torrenti a monte non riforniscono più<br />

come un tempo le spiagge stesse. Significativi arretramenti si registrano nel<br />

tratto Casalvelino - Ascea, alla foce del fiume Mingardo, a Palinuro, e da capo<br />

San Marco al promontorio del castello di Agropoli, dove in quest'ultimo tratto<br />

vi è pericolo di crolli di prismi rocciosi. Risultato di tutto ciò, danno<br />

all'ambiente, distruzione del territorio, perdite ingenti dal punto di vista<br />

occupazionale e di indotto economico. Secondo una proiezione della<br />

Confcommercio di Salerno si stima, che nel caso di interventi migliorativi solo<br />

sulle spiagge cittadine, si potrebbe avere un aumento occupazionale del 114%.<br />

Basti pensare che sono circa 600 le aziende balneari che operano lungo la costa<br />

salernitana. Oltre al danno ecologico, molte imprese rischiano di chiudere. In<br />

base ai dati dell'Università degli Studi di Napoli e dell'Autorità di Bacino del<br />

Liri-Garigliano e Volturno risulta che ogni anno dalle spiagge alla foce del<br />

fiume Volturno spariscono circa 200.000 mc di materiale. Negli ultimi 30 anni<br />

questa zona ha perso 6 milioni di mc di spiaggia, con arretramenti di varie<br />

centinaia di metri ed una sostanziale modifica morfologica della linea di costa.<br />

Ad alto impatto ambientale le opere di difesa messe in atto che riducono di<br />

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