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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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delle esperienze devono essere mascherate, e di un basso livello di<br />

metacognizione in prima persona soprattutto per quanto riguarda<br />

il riferimento a categorie mentali che rendano plausibile e comprensibile<br />

il racconto di sé.<br />

Mi sento di ipotizzare che l’organizzazione cognitiva prevalente sia<br />

quella psicosomatica, così come descritta da Bruno G. Bara e Rita<br />

B. Ardito: “Lo psicosomatico non ha un vocabolario mentalistico<br />

adeguato: non padroneggia le credenze, i desideri e le intenzioni.<br />

Non è dunque allenato a trovare parole per descrivere quello che<br />

sente perché non le ha mai cercate, e così accade che il suo agito<br />

preceda il pensato. Gli psicosomatici stanno nell’azione e da<br />

ciò che fanno cercano di inferire quello che pensano e sentono”<br />

[B.G. Bara (a cura di), Nuovo manuale di psicoterapia cognitiva,<br />

Torino, Bollati Boringhieri 2005 – p. 196]. La paura di poter<br />

compiere un’azione senza controllo spaventa molto Margherita<br />

proprio perché, oltre che rappresentare un sintomo caratteristico<br />

del suo scompenso, incarna una sua modalità di funzionamento<br />

- agire senza apparente pianifi cazione, impulsivamente, dedicando<br />

poi molto tempo, a posteriori, a comprenderne il signifi cato.<br />

Come emergerà in modo più dettagliato più avanti, nella parte di<br />

descrizione delle caratteristiche del Sé, Margherita è fortemente<br />

dipendente dal contesto di riferimento: la capacità di riconoscere<br />

le modalità più adeguate per adattarsi al contesto è uno dei tratti<br />

peculiari della ragazza. Dato che la sua defi nizione personale parte<br />

necessariamente dalla conferma che proviene dalle altre persone,<br />

in assenza di un vocabolario che permetta di delineare i confi ni del<br />

sé, le emozioni conosciute e caratteristiche sono quelle cognitive e<br />

autocoscienti (vergogna, delusione, senso costante di inferiorità e<br />

inadeguatezza) proprie di un mondo in cui si è “guardati dall’altro”.<br />

L’infanzia di Margherita è caratterizzata da esperienze di attaccamento<br />

ambivalente-resistente: la madre, pur dando l’immagine<br />

di genitore completamente dedito al benessere e all’educazione<br />

dei fi gli, sviluppa un comportamento diretto soprattutto a ottenere<br />

conferme di tale immagine dalle proprie fi gure genitoriali piuttosto<br />

che a soddisfare i bisogni della bambina. Michele, affaticato<br />

nell’assumersi le responsabilità, non è coinvolto nell’educazione<br />

dei fi gli anche perché considerato dalla moglie inadeguato all’accudimento;<br />

rimane quindi sullo sfondo ritagliandosi sparute occasioni<br />

ludiche e di condivisione nei momenti in cui riesce a distogliere<br />

l’attenzione dalle sue problematiche personali. Forse per questo<br />

motivo Margherita, per gestire il dolore generato dalla sua assenza,<br />

Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 10 Anno 2012<br />

Appunti...<br />

del <strong>Centro</strong><br />

<strong>Terapia</strong><br />

<strong>Cognitiva</strong><br />

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