Scarica - Centro Terapia Cognitiva
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mondo relazionale che le si sta spalancando davanti: dopo un mese<br />
che ci conosciamo – quando abbiamo lavorato prevalentemente<br />
sull’analisi della domanda e sulla defi nizione di una motivazione<br />
intrinseca - una compagna di classe la invita ad organizzare, insieme<br />
ad un gruppo di coetanei volontari, un centro estivo per bambini<br />
e immediatamente i sintomi ansiosi legati alla vista non vengono<br />
più percepiti, anche perché questa esperienza viene vissuta come<br />
occasione per distogliere il pensiero dal malessere. La strategia di<br />
evitamento la difende dall’emergere di emozioni profonde legate<br />
al rapporto con la madre e alla storia di vita: riusciamo a dedicare<br />
poco spazio all’esplorazione delle crisi d’ansia che l’hanno portata<br />
in terapia perché l’addestramento alle tecniche di autosservazione<br />
viene fatto a partire dalla curiosità e dall’ansia sociale che accompagnano<br />
i momenti di inserimento nel gruppo. Attraverso un<br />
costante lavoro di confronto e approfondimento degli avvenimenti<br />
quotidiani – condotto utilizzando la tecnica delle frecce discendenti<br />
spesso sperimentata in supervisione con il co-trainer – riesce a<br />
riconoscere come trasversale e pervasiva una radicata paura del<br />
giudizio, legata al senso d’inadeguatezza che da sempre la accompagna.<br />
Sia nell’ambito scolastico che in quello relazionale Margherita ha<br />
paura di non riuscire a dimostrare quello che vale, di avere un<br />
cedimento iniziale da cui non riuscire a sollevarsi con conseguenze<br />
disastrose per chi, come lei, si specchia negli occhi degli altri.<br />
Il lavoro di supporto in questa prima fase, oltre a implementare<br />
l’alfabetizzazione e la socializzazione delle emozioni, diventa occasione<br />
per esplorare la sua abile metacognizione in terza persona:<br />
Margherita acquisisce una graduale consapevolezza riguardo al<br />
processo di defi nizione della propria identità riuscendo a spostare<br />
l’attenzione dall’altro a sé – è come se gradualmente si rendesse<br />
conto di essere lei stessa per prima a ricercare lo sguardo degli<br />
altri alla ricerca di opinioni, pareri e sicurezze. Inizia a farsi spazio<br />
anche una rifl essione sempre più intima sull’assunzione di responsabilità,<br />
infatti Margherita vive questa esperienza di volontariato<br />
come l’occasione per togliersi la corazza di protezione costruita<br />
nell’infanzia provando a svelare alcune delle sue abilità e delle sue<br />
competenze. Una volta inseritasi nel gruppo sospende la terapia,<br />
forte delle relazioni che ha iniziato a costruire e dell’immagine<br />
di sé che inizia ad emergere in questo contesto sociale: la consapevolezza<br />
raggiunta è per lei suffi ciente in questo momento per<br />
procedere con più serenità sia nell’esperienza scolastica sia nelle<br />
occasioni di autonomia e di affi liazione che il volontariato le offre,<br />
Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 10 Anno 2012<br />
Appunti...<br />
del <strong>Centro</strong><br />
<strong>Terapia</strong><br />
<strong>Cognitiva</strong><br />
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