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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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paziente anziano diffi cilmente percepisce, riconosce e racconta al<br />

proprio medico la presenza di eventuali sintomi depressivi (Lyness,<br />

Cox, Curry, Conwell, King, & Caine, 1995). Varie ragioni sottostanno<br />

ad una sottovalutazione così diffusa: la preoccupazione rispetto<br />

alla stigmatizzazione della malattia mentale, la mancanza<br />

di insight o una tendenza a normalizzare l’umore depresso (Burroughs,<br />

Lovell, Morley, Baldwin, Burns e Chew-Graham, 2006) .<br />

Questi dati sottolineano quindi l’importanza di prestare attenzione<br />

agli anziani al momento del collocamento in case di cura e di accompagnarli<br />

al fi ne di prevenire la comparsa di sintomi depressivi,<br />

o nel caso essi siano già presenti, di fornire un sostegno e un trattamento<br />

adeguati (Ron, 2004).<br />

Per quanto concerne il trattamento, gli studi condotti dimostrano<br />

che gli anziani che soffrono di depressione sono sensibili e rispondono<br />

effi cacemente alla psicoterapia (Mackin e Areán, 2005). In<br />

particolare, l’approccio cognitivista proposto da Guidano e Liotti<br />

(1983) si applica in modo adeguato alla cura di questa sofferenza<br />

psichica. (Pezzati, 2007). “L’approccio clinico cognitivista-costruttivista<br />

propone di guardare all’invecchiamento come a una<br />

parte della costruzione soggettiva, unica e irripetibile, del proprio<br />

processo vitale” (Pezzati, 2007, p. 172). Secondo il nostro approccio<br />

“la vecchiaia è considerata in termini di modifi cazioni non solo<br />

fi siche e cognitive, ma anche di stati d’animo e di emozioni, come<br />

un periodo di vita infl uenzato dalle esperienze precedenti, dalla<br />

storia personale, dallo stile di vita, dall’organizzazione di signifi<br />

cato personale, dalla situazione economica e dalla qualità dei<br />

rapporti interpersonali, in particolare dalle modalità di costruzione<br />

dello stile relazionale” (Moser, Pezzati e Luban-Pozza, in Pezzati,<br />

2007, p. 172). La scelta di un intervento di gruppo permette<br />

di intervenire nel “qui ed ora” quando le problematiche emotive e<br />

relazionali emergono e si manifestano. All’interno del gruppo c’è<br />

la possibilità di sperimentare “in vivo” l’apprendimento delle abilità<br />

socio-relazionali e il confronto tra pari costituisce un valore<br />

aggiunto nelle tecniche di intervento per facilitare il superamento<br />

di blocchi emotivi (Pezzati e Picarreta, 2010). Validi esempi li<br />

troviamo in Bazzini, Bazzini e Favre (2009) che propongono un<br />

trattamento di gruppo che si focalizza sul recupero e/o sviluppo<br />

delle funzioni psichiche e sul mantenimento e potenziamento degli<br />

aspetti emotivi, relazionali, comunicativi e di signifi cato della<br />

vita. Le principali modalità proposte per questo tipo di intervento<br />

sono la ristrutturazione cognitiva, la strategia metacognitiva del<br />

decentramento (Dimaggio, Semerari, Carcione, Nicolo e Procacci,<br />

80 Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 10 Anno 2012

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