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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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successivi, in altri Istituti del territorio. Nella progettazione iniziale,<br />

siamo partite dall’interrogarci sul termine orientamento e sui<br />

suoi signifi cati: esso deriva da oriente ed implica un rapporto con il<br />

sorgere del sole, la conoscenza, la diversità delle culture, il viaggio.<br />

Nella sua ricchezza semantica, dunque, contiene dei riferimenti<br />

sia allo spazio fi sico (determinare la propria posizione o direzione<br />

rispetto ai punti cardinali), sia, in senso fi gurato, alla conoscenza<br />

di possibili itinerari di scelta nei diversi momenti di vita. Guidano<br />

(1988) propone la metafora del viaggio proprio per descrivere il<br />

ciclo di vita e parla di “itinerari di sviluppo” e di “mete possibili”;<br />

la qualità dei possibili temi di vita e il grado di chiarezza con cui<br />

queste mete vengono percepite dipendono dalla capacità di astrazione<br />

e di auto – rifl essione raggiunta durante la riorganizzazione<br />

adolescenziale. Le persone possono manifestare bisogni orientativi<br />

in tutti i momenti di cambiamento, per capire “da dove tira<br />

il proprio vento” e per sapere verso quale direzione muoversi. Da<br />

qui nasce l’idea del titolo del nostro progetto, “La rosa dei venti”,<br />

che vuole essere uno strumento fornito agli alunni per non andare<br />

contro il vento delle proprie possibilità, interessi e caratteristiche,<br />

nella scelta della scuola superiore e nelle altre scelte della vita. In<br />

questo senso, il percorso mira ad incrementare delle competenze<br />

trasversali legate alla presa di decisione, che ciascuno può inserire<br />

nella propria “cassetta degli attrezzi”.<br />

L’obiettivo principale è allora quello di promuovere nei ragazzi<br />

un atteggiamento costante di attenzione e curiosità circa le proprie<br />

potenzialità e motivazioni, senza tralasciare il confronto con<br />

i vincoli e i limiti imposti dalla realtà esterna. La metodologia è<br />

prevalentemente attiva (schede, discussioni, giochi), affi nché gli<br />

alunni possano sentirsi protagonisti del lavoro che conducono su<br />

di sé. Vi è dunque alternanza tra momenti di confronto di gruppo<br />

e momenti di rifl essione individuale, da condividere poi comunque<br />

con i compagni. Facciamo nostra la convinzione di molti autori<br />

che il gruppo, all’interno di un’azione orientativa, costituisca<br />

un’importante risorsa: esso si pone come “uno spazio privilegiato<br />

di elaborazione cognitiva e confronto sociale, un luogo di dinamiche<br />

affettive e di condivisione della complessità del problema<br />

da affrontare, una situazione protetta per la sperimentazione di<br />

abilità” (Pombeni, Chiesa, 2009, p. 100). L’intervento, infi ne, non<br />

può prescindere secondo noi dal contesto di riferimento, scolastico<br />

e familiare, in cui il ragazzo è inserito, dato che ogni individuo fa<br />

parte di una rete di relazioni che lo infl uenza e ne promuove lo<br />

sviluppo. Proprio per questo motivo, si coinvolgono nel percorso<br />

34 Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 10 Anno 2012

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