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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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adatta. L’orientatore è, in questo caso, uno specialista che applica<br />

dei test attitudinali. Tuttavia, tale accezione è messa in crisi quando<br />

ci si accorge che, oltre alle attitudini, possono essere importanti,<br />

nella scelta lavorativa, anche gli interessi. Ha quindi avvio una<br />

seconda fase, detta caratterologica – affettiva, che si afferma negli<br />

anni Trenta e Quaranta. In questo periodo l’orientamento comincia<br />

a considerare non solo ciò che un individuo “sa fare” (attitudini),<br />

ma anche quello che “gli piace fare” (interessi), il possesso di<br />

una personalità che “gli permetta di fare” (tratti di personalità) e<br />

di motivazioni che “lo spingono a fare” (valori, ideali) (Mancinelli,<br />

2002). Anche in questo caso, però, risultano di fondamentale<br />

importanza i test e l’orientatore si propone sempre come tecnico,<br />

mentre il soggetto è ancora passivo. Negli anni Cinquanta prende<br />

avvio una terza fase, detta clinico – dinamica, in cui assumono<br />

importanza il vissuto del soggetto, il suo passato e le sue motivazioni:<br />

gli strumenti più adatti a tale indagine sembrano essere il<br />

colloquio e i test proiettivi. Ora, a discapito delle variabili ambientali,<br />

contano prevalentemente le inclinazioni personali e l’obiettivo<br />

diventa trovare il modo di realizzarle in ambito lavorativo.<br />

L’orientatore non è più un tecnico che applica reattivi mentali, ma<br />

uno psicologo clinico che si pone in ascolto dei bisogni più profondi<br />

del soggetto, il quale, tuttavia, mantiene ancora una posizione<br />

passiva. Questo approccio, pur apportando notevoli innovazioni,<br />

può essere criticato per la scarsa attenzione che dedica ad alcuni<br />

fattori che si riveleranno in seguito importanti nell’infl uenzare le<br />

scelte del soggetto, come ad esempio le condizioni economiche e<br />

culturali. Una quarta fase, quella maturativo – personale, vede<br />

fi nalmente confi gurarsi, a partire dalla fi ne degli anni Cinquanta<br />

del Novecento, una defi nizione di orientamento in cui il soggetto<br />

è al centro del processo e in cui la scelta professionale non è “la<br />

valutazione di un momento”, ma un percorso che parte dall’infanzia<br />

e accompagna lo sviluppo della persona, non rappresentando<br />

mai qualcosa di defi nitivo. L’individuo diventa il protagonista del<br />

processo, mentre l’orientatore svolge una funzione di facilitazione<br />

e sostegno alla presa di decisione, con l’obiettivo di favorire nel<br />

soggetto un “atteggiamento di auto-orientamento” (Mancinelli,<br />

2002). Condizione essenziale affi nché sia possibile un orientamen-<br />

__________<br />

1 Le attitudini in questo caso sono intese come disposizioni naturali ed ereditarie,<br />

ad esempio di tipo verbale, motorio, numerico…, presenti in misura diversa in ogni<br />

individuo e misurabili attraverso l’utilizzo di specifi ci test.<br />

28 Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 10 Anno 2012

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