Scarica - Centro Terapia Cognitiva
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per la prima volta insiste per incontrarmi personalmente e durante<br />
il primo colloquio anamnestico, con un riso nervoso, ammette di<br />
aver bisogno di proteggere i suoi fi gli tenendo sotto controllo tutto<br />
quello che li riguarda. Il fatto di essersi trovata bene in prima persona<br />
nella relazione con me è ciò che le permette di autorizzarmi<br />
a prendere in carico la ragazza. Spesso sottolinea che sono molto<br />
giovane: la sensazione fi n dall’inizio è che questa caratteristica<br />
rappresenti per lei un possibile canale di manipolazione e controllo<br />
del mio lavoro, infatti prova a suggerirmi come comportarmi con<br />
la ragazza, come guadagnare la sua fi ducia. Mi sento in dovere di<br />
chiarire che sarà Margherita il principale interlocutore del mio lavoro,<br />
per defi nire i confi ni del setting terapeutico. Vista l’età della<br />
ragazza e la necessità di agganciare anche la madre per ottenere<br />
il supporto alla motivazione, le offro la possibilità di fare alcuni<br />
colloqui di monitoraggio e restituzione concordati con Margherita:<br />
si accontenta in realtà di un rapido feedback dopo i primi colloqui,<br />
sollevata dal vedere la fi glia gradualmente più autonoma, sottolineando<br />
il bisogno di non essere coinvolta in termini di responsabilità.<br />
Giuditta ha paura che tutto dipenda dal dolore provato per la<br />
morte del padre e per i confl itti con la sua famiglia d’origine, ma<br />
è molto diffi cile parlarne poiché si riattivano vissuti anche per lei<br />
troppo dolorosi - “Non riesco ad aiutare mia fi glia a comprendere<br />
cosa sta succedendo, provo a darle le mie interpretazioni ma lei<br />
non le accetta. Magari insieme potrete vedere se possono andare<br />
bene o se ci sono altri motivi che mi sfuggono”. Quando ci rincontriamo<br />
Giuditta si sente libera e serena nell’affi darmi la fi glia,<br />
esterna con maggiore trasparenza il bisogno di rimanere ai margini<br />
del percorso facendo emergere la sua modalità altalenante di gestione<br />
delle problematiche emotive dei fi gli.<br />
Questa delega, affettuosa perché fondata sul riconoscimento della<br />
propria impotenza e sul bisogno di tutelarne la fi glia, rappresenta<br />
un ingrediente fondamentale per l’aggancio e la costruzione di<br />
un rapporto di fi ducia con Margherita. L’opinione che hanno di<br />
me due persone per lei molto signifi cative, la mamma e la professoressa,<br />
determina un vissuto ambivalente: sentirsi sicura nel<br />
condividere la sua intimità e nello stesso tempo sentirsi incastrata<br />
nella volontà di qualcun altro che decide e sceglie per lei. Il non<br />
riuscire ad andare troppo in profondità nella prima fase è, tra le<br />
altre cose, anche una conseguenza di quest’ambivalenza. A livello<br />
relazionale il lavoro principale è stato, ed è tuttora, quello di<br />
costruire con Margherita una motivazione intrinseca, farle sentire<br />
che il setting e il contenuto della terapia possono essere defi niti in<br />
Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 10 Anno 2012<br />
Appunti...<br />
del <strong>Centro</strong><br />
<strong>Terapia</strong><br />
<strong>Cognitiva</strong><br />
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