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Scarica - Centro Terapia Cognitiva

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zione, attraverso il suo utilizzo da parte degli atleti professionisti al<br />

fi ne di migliorare la performance di gara.<br />

La teoria psiconeuromuscolare si è proposta quale strumento di<br />

spiegazione dell’effi cacia dell’imagery sullo sviluppo e stabilizzazione<br />

delle abilità motorie degli atleti, basandosi sull’effetto Carpenter,<br />

secondo cui la ripetizione mentale determina un moderato<br />

innalzamento del livello di attivazione dei muscoli interessati<br />

all’esecuzione reale, strutturalmente analogo a quello determinato<br />

dal movimento reale e tale da fornire un messaggio di ritorno cinestesico<br />

percepibile dal soggetto (Cei). Negli anni ’30 Jacobson ha<br />

condotto diverse ricerche in questo settore e , nel 1972, Rawlings e<br />

coll. dimostrarono l’effi cacia dell’imagery servendosi di un compito<br />

che prevedeva l’acquisizione di una abilità percettivo-motoria. I<br />

soggetti dell’esperimento, dopo aver effettuato il primo giorno una<br />

serie di 25 prove di allenamento, sono stati suddivisi in tre gruppi<br />

con compiti differenti, dal secondo al nono giorno. Un sotto gruppo<br />

ha continuato ad eseguire le 25 prove fi no all’ultimo giorno, un<br />

secondo sottogruppo non eseguiva più nessun compito, mentre il<br />

terzo ha continuato a praticare l’esercizio ma solo mentalmente. Al<br />

decimo giorno tutti i soggetti hanno ripetuto le prove: il secondo<br />

gruppo non mostrava alcun miglioramento, il terzo gruppo (con<br />

l’utilizzo solamente delle immagini mentali) era migliorato quasi<br />

quanto il primo gruppo (esercizi per tutti i nove giorni). Schmidt<br />

(1988) ipotizzò che, queste forme di attivazione siano determinate<br />

da un insieme di fattori scatenati dalle immagini mentali: la ripetizione<br />

mentale consentirebbe rapide associazioni con gli elementi<br />

cognitivi del compito in base al collegamento con esperienze precedenti<br />

simili.<br />

Da allora numerosi approcci si sono affacciati allo studio dell’utilità<br />

dell’imagery nelle prestazioni sportive.<br />

Feltz e Riessinger (1990) in una prova isometrica di resistenza<br />

muscolare, detta della sedia fantasma, hanno comparato l’infl uenza<br />

dell’amagery emotiva in vivo associata a un feedback rispetto<br />

a una condizione con solo feedback fi nale. Il compito consisteva<br />

nello stare seduti a gambe piegate nella cosiddetta posizione della<br />

sedia fantasma. Coloro che affettuarono questa prova nella condizione<br />

di imagery (“immagina di incitarti, di resistere più a lungo<br />

del tuo avversario”) aggiunto a feedback (al termine di ogni prova),<br />

hanno resistito più a lungo e sviluppato un maggior senso<br />

di autoeffi cacia di coloro che ricevevano solo un feedback sulla<br />

prestazione.. ciò evidenzierebbe il ruolo positivo e l’effi cacia delle<br />

immagini emotive in un compito di resistenza isometrica.<br />

54 Scuola di Formazione in Psicoterapia <strong>Cognitiva</strong> - Vol. 10 Anno 2012

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