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Gaetano Donizetti Maria Stuarda - musica ... - Teatro La Fenice

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Le voci<br />

Quando <strong>Donizetti</strong> si accinge a comporre <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> si<br />

sta attuando un passaggio importante nella distribuzione<br />

delle parti vocali di un’opera. Si abbandona via via la presenza<br />

di due primedonne, erede della vecchia tradizione dei<br />

castrati, in favore di una compagnia ‘alla moderna’ che prevede<br />

tre ruoli principali: soprano, tenore e baritono o basso.<br />

Negli anni Trenta le due tendenze ancora convivono.<br />

Celebri esempi della prima soluzione sono Anna Bolena e<br />

Norma; per quanto riguarda la seconda possibilità possiamo<br />

citare Lucia di <strong>La</strong>mmermoor. <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> si colloca<br />

certamente sul primo versante. Tuttavia la costellazione dei<br />

personaggi di questo lavoro è assolutamente peculiare nel<br />

peso assegnato a ciascuno di essi.<br />

I due bassi hanno una funzione di supporto: Talbot nei<br />

confronti della coppia Leicester-<strong>Stuarda</strong> e Cecil nei confronti<br />

di Elisabetta. Talbot assume una certa importanza<br />

quando fa da spalla a <strong>Maria</strong> nel duetto n. 8. Qui assurge al<br />

ruolo di rappresentante della fede cattolica, acquisendo<br />

quasi i contorni di una figura religiosa. <strong>La</strong> scrittura vocale insiste su note ribattute e su<br />

valori larghi conferendo al personaggio un tono di austerità e di rigore morale che ben<br />

si conciliano con la sua funzione drammatica, benché egli non abbia alcun incarico ecclesiastico,<br />

essendo semplicemente un nobile di corte: potere della <strong>musica</strong> e dell’approccio<br />

drammaturgico. Cecil, invece, è il nefasto consigliere di Elisabetta che lungo<br />

l’intero arco della vicenda si adopera affinché <strong>Maria</strong> venga condannata. Entrambe le<br />

voci presentano le caratteristiche del basso cantante, poiché toccano le regioni gravi<br />

della tessitura, ma devono anche essere in grado di intonare acuti potenti. Si sta andando<br />

in direzione di quello che sarà il baritono verdiano.<br />

Ciò che più stupisce in questo lavoro è probabilmente la marginalità del tenore,<br />

non solo ritratto con una personalità alquanto sbiadita, ma addirittura privato del<br />

numero solistico. Non ha altra funzione che quella di amante di <strong>Maria</strong>, in grado di<br />

scatenare la furente gelosia di Elisabetta. In altre parole esiste solo in relazione ai due<br />

personaggi femminili, senza raggiungere un’individualità propria. Segnale eloquente

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