Gaetano Donizetti Maria Stuarda - musica ... - Teatro La Fenice
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GUIDO PADUANO<br />
Giacinta Puzzi Toso, Elisabetta nella prima milanese di <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> (1835). <strong>La</strong> Puzzi Toso (1808-1889) vestì<br />
i panni di Donn’Elvira in una ripresa del Don Giovanni alla Scala di Milano (1836), nella quale cantavano anche<br />
Marini (Don Giovanni) e Novelli (Masetto).<br />
<strong>Maria</strong> Felicia García Malibran, <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> nella prima milanese di <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> (1835). <strong>La</strong> Malibran<br />
(1808-1836), figlia di Manuel García (il primo Almaviva) e sorella di Pauline Viardot (per Meyerbeer la prima<br />
Fidès), esordì al King’s Theatre di Londra (1825) nel Barbiere di Siviglia (Rosina) e nel Crociato in Egitto (Felicia).<br />
Partecipò alle prime rappresentazioni di Ines de Castro di Persiani, Giovanna Gray di Vaccai, <strong>La</strong> figlia dell’arciere<br />
(Adelia) di Coccia, Irene di Pacini, The Maid of Artois di Balfe. Tra i suoi grandi ruoli: Desdemona, Leonora<br />
nel Fidelio, Romeo nei Capuleti e Montecchi (a lei si dovette la sostituzione, che ebbe largo seguito, della<br />
parte quarta di Bellini con l’atto terzo di Giulietta e Romeo di Vaccai), Amina, Norma.<br />
pietà e cercato di incoraggiare in tal senso, per quanto nel discorso della regina fosse<br />
associato a una considerazione acida sul mutato atteggiamento di chi una volta ambiva<br />
a spodestarla dal trono. Nell’opera di <strong>Donizetti</strong> proprio questa osservazione era stata<br />
valorizzata, e rivolta a Leicester con un tono inequivocabilmente marcato dalla didascalia<br />
«con un riso beffardo»: «Ov’è la possa / di chi ambia le tre corone?» (I.5/I.5).<br />
Solo in <strong>Donizetti</strong> <strong>Maria</strong>, che conosce la rivale meglio di qualunque altro, esclude che<br />
possa avere pietà, e in ogni caso pietà di lei («Non per chi le adombra il trono!» recita<br />
il libretto, con espressione stavolta assai felice), e questo suo pessimismo trascina anche<br />
Leicester nella parte finale del duetto in cui l’uomo le assicura comunque aiuto e le promette<br />
salvezza, mentre <strong>Maria</strong> gli chiede di non esporsi, di non costringerla ad avere per<br />
lui la paura che non ha per se stessa ([II.2]/I.7):