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Gaetano Donizetti Maria Stuarda - musica ... - Teatro La Fenice

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Dall’archivio storico del <strong>Teatro</strong> <strong>La</strong> <strong>Fenice</strong><br />

a cura di Franco Rossi<br />

<strong>La</strong> <strong>Fenice</strong> risorge dalle sue ceneri e sistema l’orchestra<br />

<strong>La</strong> stagione che iniziò la sera di Santo Stefano del 1839 al <strong>Teatro</strong> <strong>La</strong> <strong>Fenice</strong> sancì il passaggio di<br />

consegne tra l’impresa di Alessandro <strong>La</strong>nari e l’amministrazione di Natale Fabrici, più noto come<br />

gestore di teatri di prosa. L’avventura veneziana di <strong>La</strong>nari si era conclusa, sia pur temporaneamente,<br />

con ben due prime assolute di <strong>Donizetti</strong> affidate a interpreti favolosi – Fanny Tacchinardi-<br />

Persiani, Carolina Ungher, Napoleone Moriani, Giorgio Ronconi –, che ben giustificano il soprannome<br />

di «Napoleone degli impresari» attribuitogli dai contemporanei: a Pia de’ Tolomei<br />

(1837), traslocata al teatro Apollo da una <strong>Fenice</strong> ancora fumante per l’incendio del dicembre<br />

1836, era seguito il ritorno nel teatro restaurato a tempo di record con <strong>Maria</strong> di Rudenz (1838).<br />

Il compito di Natale Fabrici era dunque arduo, e uno sguardo alla prima stagione (carnevale<br />

1839-1840) lo conferma: due prime assolute di rango notevolmente minore rispetto a quelle precedentemente<br />

citate, per di più con cast da piazza secondaria (<strong>Maria</strong> regina d’Inghilterra di Giovanni<br />

Battista Ferrari e <strong>La</strong> solitaria delle Asturie, libretto dell’intramontabile Felice Romani intonato<br />

da Saverio Mercadante) e tre riprese (Emma d’Antiochia di Mercadante, Marino Faliero di<br />

<strong>Donizetti</strong> – che destò sentimenti assai contrastanti nel pubblico veneziano, ora più che mai sensibile<br />

agli eventi più dolorosi della propria storia – e I Capuleti e i Montecchi di Bellini). Un cartellone<br />

dignitoso, ma non particolarmente stimolante, nonostante il valore e la qualità dei tre balli<br />

associati, vari tra loro come voleva la tradizione per impegno e per genere (due seri e uno di mezzo<br />

carattere): Adelaide de’ Longobardi di Ferrarini, I figli del conte Olival e Polidoro re di Lesbo,<br />

con la coreografia di Emanuele Viotti.<br />

L’innegabile momento di stagnazione artistica sembra però ulteriormente amplificato dai difficili<br />

rapporti intercorsi in questo periodo tra la dirigenza della <strong>Fenice</strong> e la città stessa. Per l’intera<br />

durata della successiva stagione di primavera 1840, gli spettacoli (Semiramide, Ida della Torre,<br />

Gemma di Vergy e la prima veneziana di <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong>) vennero totalmente trascurati nelle recensioni,<br />

concentrate invece su eventi di portata decisamente inferiore. Proprio a ridosso della prima<br />

di <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> (28 maggio), del tutto ignorata, la «Gazzetta Privilegiata» di Venezia del 29<br />

maggio preferì occuparsi di un’altra produzione:<br />

Campare a pubblicare elogi per <strong>musica</strong>li rappresentazioni è cosa divenuta ormai cibo per tutti. Innalzare<br />

la fama dei virtuosi, che dopo lunghe veglie alle scene teatrali sonsi dedicati, ella è pur cosa del comune;<br />

ma rarissima sarà sempre che accada di rendere meritata laude a chi per semplice diletto, e come d’improvviso,<br />

fece mostra di bella voce, e di stupenda maestria e di profondo intendere, producendosi nella propria<br />

patria e dando al pubblico uno spettacolo veramente degno d’essere applaudito. Così difatti avvenne<br />

nella sera del 25 aprile 1840 (sera beata ch’io giammai dimenticar potrei) nel nuovo teatro di Borgo di Valsugana,<br />

col rappresentar la ben nota istoria del Tasso ridotto in <strong>musica</strong> dal celebre cav. <strong>Donizetti</strong>. 1<br />

1 «Gazzetta privilegiata» di Venezia, 29 maggio 1840: <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> era andata in scena al <strong>Teatro</strong> <strong>La</strong> <strong>Fenice</strong><br />

la sera prima, 28 maggio.

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