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Gaetano Donizetti Maria Stuarda - musica ... - Teatro La Fenice

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Guido Paduano<br />

«Ma, vinta, l’altera divenne più fiera»<br />

Tragedia e melodramma: il primato dell’amore<br />

I<br />

Ben prima di Schiller, la storia e la leggenda di <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> presentano un nodo complesso<br />

e perverso delle due relazioni più condizionanti che coinvolgano l’essere umano,<br />

l’amore e il potere.<br />

Risale ai tempi del suo primo matrimonio col delfino di Francia, poi re Francesco II,<br />

la rivendicazione del trono d’Inghilterra, compiuta associandone la corona al proprio<br />

stemma sulla base della discendenza da Margherita Tudor, figlia di Enrico VII e sorella<br />

maggiore di Enrico VIII. Fonte di inimicizia inesauribile con Elisabetta, tale rivendicazione<br />

è insieme ostentazione di normalità e felicità coniugale di fronte alla solitudine<br />

della regina vergine, che ancora più ne viene aggredita attraverso l’argomento che la sostiene:<br />

Elisabetta è infatti il frutto di un’unione che ha sollevato infiniti dubbi, e soprattutto,<br />

infangata a posteriori dall’incriminazione per adulterio e dalla morte sul patibolo<br />

di Anna Bolena.<br />

Vedova del re di Francia e ritornata al governo della natia Scozia, <strong>Maria</strong> approda<br />

poi al secondo matrimonio con Henry Stuart, Lord Darnley, eludendo la proposta di<br />

Elisabetta di farle sposare il proprio notorio amante, Robert Dudley conte di Leicester:<br />

proposta che affonda in un insieme di ambiguità che si possono leggere, splendidamente<br />

tratteggiate, nella bellissima biografia di Stefan Zweig. 1<br />

Dopo aver dato a Darnley il figlio che sarà, lui sì, anche l’erede al trono di Inghilterra,<br />

e re col nome di Giacomo I dopo il lunghissimo regno di Elisabetta – ma che con<br />

la sua nascita segna altresì il vertice della frustrazione invidiosa della rivale –, <strong>Maria</strong><br />

<strong>Stuarda</strong> vive la crisi del proprio matrimonio come crudele disillusione e come ferma resistenza<br />

alle pretese del marito di esercitare l’effettivo governo. Ne nasce la spirale di<br />

violenza che ha un primo esito nell’assassinio del segretario di <strong>Maria</strong>, Davide Rizzio,<br />

davanti ai suo occhi – ispirato da una gelosia perfettamente equivoca tra motivazione<br />

politica e motivazione erotica – e un secondo nell’assassinio dello stesso Darnley, organizzato<br />

dall’uomo di cui <strong>Maria</strong> si è ora innamorata al punto di esserne succube, il conte<br />

di Bothwell, ma reso possibile dall’astuzia sapiente e crudele con cui lei stessa ha diviso<br />

il campo dei suoi nemici.<br />

1 STEFAN ZWEIG, <strong>Maria</strong> Stuart, edita da Reichner a Vienna nel 1935, e lo stesso anno tradotta in italiano (<strong>Maria</strong><br />

<strong>Stuarda</strong>) da <strong>La</strong>vinia Mazzuchetti (benissimo) per «Le scie» di Mondadori.

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