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Gaetano Donizetti Maria Stuarda - musica ... - Teatro La Fenice

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84<br />

spera ottener da me, che non la copra<br />

d’infamia eterna? E LXXIV Lëicester… Forse<br />

l’ira della tiranna a lui sovrasta.<br />

LXXV Di tutti, ah! son la sventurata io sola. LXXV<br />

a LXXVI<br />

SCENA II<br />

CECIL, TALBO, e detta<br />

MARIA (a Cecil)<br />

Che vuoi?<br />

CECIL<br />

Che vuoi?Di tristo incarco<br />

io vengo esecutor… È questo il foglio<br />

che de’ tuoi giorni omai l’ultimo segna.<br />

MARIA<br />

Così nell’Inghilterra<br />

vien giudicata una regina? A morte<br />

perché dannar tre vittime? Spiranti<br />

GAETANO DONIZETTI<br />

fra i tormenti più atroci<br />

strappar loro dal seno ingiuste accuse?<br />

Oh iniqui! E i finti scritti…<br />

CECIL<br />

Oh iniqui! E i finti scritti…Il regno…<br />

MARIA<br />

Oh iniqui! E i finti scritti…Il regno…Basta.<br />

Vanne: Talbo rimanti.<br />

CECIL<br />

Brami un sacro ministro che ti guidi<br />

nel cammin della LXXVII morte?<br />

MARIA<br />

nel cammin della LXXVII morte?Io lo ricuso.<br />

Sarò, qual fui, straniera<br />

a voi di culto.<br />

CECIL (partendo)<br />

a voi di culto.(Ancor superba e fiera!)<br />

segue nota 36<br />

<strong>La</strong> narrazione evolve in visione quando <strong>Maria</strong> crede di vedere il cadavere di Rizzio, e il canto si fa frammentario,<br />

quasi l’orrore della visione le troncasse le parole in gola. Qui <strong>Donizetti</strong> annota «senza tempo», perché la <strong>Stuarda</strong><br />

non è più in grado di controllarsi. <strong>La</strong> tonalità torna al modo maggiore e il tremolo degli archi fa ora perno su una<br />

sola nota, perché resta solo da contemplare la follia di una donna.<br />

ESEMPIO 15b (bb. 138-141)<br />

Il primo passo del cammino intrapreso da <strong>Maria</strong> sta nella capacità di raccontare i propri fantasmi e, dunque, di<br />

prendere coscienza della loro esistenza; il secondo di evocarli per poi affrontarli.<br />

LXXIV «Ma».<br />

LXXV «Ah! son di tutti la sventura io sola…».<br />

LXXVI «IV a ».<br />

LXXVII «cammino di».

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