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Gaetano Donizetti Maria Stuarda - musica ... - Teatro La Fenice

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PARTE PRIMA I1<br />

SCENA PRIMA<br />

Galleria nel palagio di Westminster.<br />

CORO di CAVALIERI e DAME<br />

CORO I<br />

Qui si attenda. Ella è vicina2 dalle giostre a far ritorno.<br />

De’ brettoni laII regina<br />

è la gioia d’ogni cor.<br />

II<br />

Quanto lieto fia tal III giorno<br />

se IV la stringe ad alto amor.<br />

(Una voce di dentro annunzia la regina)<br />

I<br />

Sì, per noi sarà più bella<br />

d’Albïon la pura stella,<br />

quando unita la vedremo<br />

della Francia allo splendor.<br />

TUTTI<br />

Festeggianti ammireremo<br />

la possanza dell’amor.<br />

SCENA II a<br />

ELISABETTA, TALBO, CECIL, CORTIGIANI, PAGGI, ecc.<br />

ELISABETTA<br />

Sì, vuol di Francia il rege 3<br />

I «ATTO PRIMO».<br />

1 «Preludio». <strong>La</strong> partitura originaria composta per Napoli prevede in apertura una breve introduzione orchestrale,<br />

nella quale si alternano due differenti idee: un blocco di accordi a piena orchestra (Allegro vivace) e una malinconica<br />

melodia del clarinetto puntellata dai soli archi (Recitativo, Lento). <strong>La</strong> contrapposizione tra i due spunti<br />

annuncia la contrapposizione fra le regine che caratterizzerà drammaticamente l’opera. <strong>La</strong> scrittura solenne e l’andamento<br />

agogico rapido che incarnano l’autorità di Elisabetta si scontrano con il timbro puro del clarinetto che<br />

rivestirà un ruolo centrale nella definizione del personaggio di <strong>Maria</strong> nei due numeri finali. Riprendendo in mano<br />

l’opera per la prima esecuzione alla Scala di Milano, <strong>Donizetti</strong> scrisse un’ampia sinfonia in un movimento (Vivace<br />

– - , sol-Sol) con introduzione tripartita (Allegro-<strong>La</strong>rghetto-Allegro – , sol-Si ). Tipo di scrittura, orchestrazione<br />

e direzione della melodia principale (violini primi e flauto) sembrano anticipare l’introduzione strumentale<br />

della cavatina di <strong>Maria</strong> (cfr. nota 17), sennonché in quel caso <strong>Donizetti</strong> ricorrerà alle terzine. Il secondo tema, invece,<br />

altro non è che la cabaletta della cavatina di <strong>Maria</strong> (cfr. nota 20). Se il preludio insisteva sul conflitto tra le<br />

personalità di Elisabetta e di <strong>Maria</strong>, la sinfonia sembra piuttosto concentrarsi solo su quest’ultima.<br />

2 n. 1. «Introduzione». Come da prassi nelle opere di questo periodo, il primo numero si compone di coro e cavatina<br />

in funzione di proemio all’azione vera e propria. Qui il coro festoso (Allegro ma non troppo – , Mi ) mostra<br />

l’ambiente di corte preparando l’arrivo di Elisabetta, e annuncia le sue nozze con il re di Francia, Enrico III<br />

(un tema ‘politico’ del tutto secondario che verrà ben presto abbandonato). Il pezzo comincia di slancio con una<br />

progressione ascendente, interrotta due volte e infine condotta a termine, che sfocia nelle battute introduttive del<br />

coro, caratterizzate da scrittura omoritmica. Si prosegue in forma dialogica con i botta e risposta tra le varie sezioni.<br />

Il pezzo è celebre perché, come «Doux zéphyr, sois-lui fidèle», fu trapiantato dallo stesso <strong>Donizetti</strong> nella Favorite<br />

(Parigi, 1840).<br />

II «<strong>La</strong> magnanima».<br />

III «quel».<br />

IV «che».<br />

3 Nel recitativo che precede la sua cavatina, Elisabetta mostra già tutta l’autorevolezza del proprio rango. Questo<br />

atteggiamento è conseguenza della natura politica del testo, ma acquista pregnanza in virtù dell’intonazione <strong>musica</strong>le.<br />

<strong>La</strong> solennità di chi sta parlando è sottolineata da due gesti posti in fase cadenzale. Elisabetta cadenza alla<br />

tonica percorrendo la gamma col canto di coloratura,<br />

ESEMPIO 1 (n. 1, bb. 115-118)

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