Gaetano Donizetti Maria Stuarda - musica ... - Teatro La Fenice
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78<br />
In te cada il mio rossore.<br />
Profanato è il soglio inglese,<br />
donna vile, dal tuo piè. L<br />
Ma quel vel che ti difese<br />
fia rimosso un dì per me.<br />
TUTTI (fuori d’Elisabetta e <strong>Maria</strong>)<br />
Quali accenti! Ella delira.<br />
ELISABETTA<br />
Guardie! Olà.<br />
(Cecil si scosta un momento, dopo ritorna accompagnato<br />
dalle guardie, che circondano <strong>Maria</strong>)<br />
TUTTI (fuori d’Elisabetta e <strong>Maria</strong>)<br />
Guardie! Olà. LIPerduta ella è.<br />
ELISABETTA<br />
Va’, preparati fremente LII 30<br />
a soffrir l’estremo fato:<br />
sul tuo sangue LIII abbominato<br />
la vergogna io spargerò.<br />
Nella scure che ti aspetta<br />
troverai la mia vendetta.<br />
(Alle guardie)<br />
Trascinate la furente<br />
che se stessa condannò.<br />
CECIL<br />
Sull’audace il ciel possente<br />
la vendetta ormai segnò.<br />
(Elisabetta parte velocemente: Cecil la segue)<br />
MARIA<br />
Grazie, o ciel! Alfin respiro.<br />
Da’ miei sguardi ell’è fuggita:<br />
al mio piè restò avvilita,<br />
la sua luce si oscurò.<br />
Or guidatemi alla morte:<br />
sfiderò l’estremaLIV sorte.<br />
Di trïonfo un sol momentoLV ogni affanno compensò.<br />
LEICESTER<br />
Ti ho perduta, LVI o sconsigliata,<br />
quando salva ti bramai,<br />
quando fido a te tornai<br />
l’empia folgore scoppiò. LVII<br />
Nel tuo volto io già vivea,<br />
de’ tuoi sguardi mi pascea.<br />
Ah! fu l’ombra del contento,<br />
né mai più la rivedrò.<br />
GAETANO DONIZETTI<br />
segue nota 29<br />
ta di recitativo –, sullo sfondo della medesima melodia orchestrale che trascina verso le rispettive invettive, fondamentalmente<br />
due lunghe e tremende ‘parole sceniche’. All’inizio vengono fissate le posizioni delle rivali – <strong>Maria</strong><br />
cerca di riabilitarsi ed Elisabetta prova ad insultarla per provocare una reazione che le fornirebbe la motivazione<br />
per condannarla – che si presentano così come assolute protagoniste della scena. Il maldestro intervento di<br />
Leicester provoca poi lo scontro vero e proprio.<br />
LI Aggiunta: «Giusto ciel!».<br />
LII «furente».<br />
30 <strong>La</strong> tensione accumulata nel tempo di mezzo non può che scaricarsi nella stretta (Allegro vivace – , Re). Qui<br />
<strong>Donizetti</strong> mantiene separati i due gruppi che si fronteggiano. Comincia Elisabetta con un solo che esprime tutto il<br />
suo furore. Ad essa si aggiunge poi Cecil che ne punteggia la melodia sui tempi forti della battuta. Quindi ha avvio<br />
un quartetto che vede impegnati la <strong>Stuarda</strong> e i suoi sostenitori (Leicester, Talbot, Anna) su una melodia differente.<br />
Nella sezione centrale interviene il coro (impegnato per la prima volta in questo finale) che va ad aggiungersi<br />
ai solisti nella ripresa. <strong>La</strong> ripresa non è tuttavia completa poiché rilancia solo la melodia di <strong>Maria</strong> e compagni<br />
ai quali si uniscono anche Elisabetta e Cecil. <strong>La</strong> stretta sarà riutilizzata da <strong>Donizetti</strong> nell’atto terzo della Favorite<br />
(«Grâce, ô roi! Pour son offense»), secondo brano di <strong>Stuarda</strong> riciclato in quell’opera dopo «Doux zéphyr, sois-lui<br />
fidèle» (nota 2).<br />
LIII «capo».<br />
LIV «avversa».<br />
LV «istante».<br />
LVI «Ah! ti perdo».<br />
LVII «il destin ci fulminò».