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Gaetano Donizetti Maria Stuarda - musica ... - Teatro La Fenice

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66<br />

LEICESTER<br />

Ah non partir!… M’ascolta!… Deh! ti arresta!…<br />

Un foglio…<br />

ELISABETTA (severa rivolgendosi)<br />

Un foglio…Il foglio a me.<br />

LEICESTER<br />

Un foglio…Il foglio a me.(Sorte funesta!)<br />

(Prostrandosi)<br />

Eccolo; al regio piede<br />

io lo depongo. Ella per me ti chiede<br />

di un colloquio il favor.<br />

ELISABETTA<br />

di un colloquio il favor.Sorgete, o conte.<br />

Troppo fate per lei… Crede l’altera<br />

di sedurmi così: ma invan lo spera.<br />

(Apre il foglio, legge rapidamente, e si commuove)<br />

Quali sensi!<br />

LEICESTER<br />

Quali sensi!(Ella è commossa.) 13<br />

ELISABETTA<br />

Ch’io discenda alla prigione!<br />

LEICESTER<br />

Sì, regina…<br />

ELISABETTA (con riso beffardo)<br />

Sì, regina…Ov’è la possa<br />

di chi ambìa le tre corone?<br />

LEICESTER<br />

Come lampo in notte bruna,<br />

abbagliò… fuggì… sparì!…<br />

ELISABETTA<br />

Al ruotar della fortuna<br />

tant’orgoglio impallidì.<br />

LEICESTER<br />

Ah pietà! Per lei l’implora<br />

il mio cor…<br />

ELISABETTA<br />

il mio cor…Ch’ella possiede,<br />

non è ver?<br />

LEICESTER<br />

non è ver?(Quel dir mi accora.)<br />

ELISABETTA<br />

Nella corte ognuno il crede.<br />

LEICESTER<br />

E s’inganna…<br />

ELISABETTA<br />

E s’inganna…(Mentitore.)<br />

LEICESTER<br />

Sol pietade a lei mi unì.<br />

ELISABETTA<br />

(Egli l’ama… oh mio furore!)<br />

È leggiadra? Parla.<br />

GAETANO DONIZETTI<br />

13 Nel tempo d’attacco (Mi) Leicester dimostra nuovamente di non comprendere la situazione, al punto che le sue<br />

stesse azioni si ritorcono contro di lui. Scambia la reazione della regina alla lettura della lettera per commozione<br />

e, subito dopo, crede di incassarne l’appoggio quando lei gli comunica di voler parlare con <strong>Maria</strong>. Da parte sua<br />

Elisabetta è sconvolta dalla propria incapacità di gestire la gelosia nei confronti di Roberto e quando pronuncia,<br />

«con riso beffardo», «Ov’è la possa di chi ambia le tre corone?» la sua voce sprofonda nel registro grave con un<br />

salto di ottava. Il dialogo prosegue su un parlante (melodia a violini primi e legni) durante il quale Leicester si mostra<br />

incapace di nascondere ciò che prova, e si accende nel momento in cui nega di amare la <strong>Stuarda</strong>. Ma farà di<br />

peggio quando Elisabetta gli chiederà se la rivale «è leggiadra», rispondendo affermativamente. <strong>La</strong> regina a questo<br />

punto per tre volte ripete il «sì» appena pronunciato dal tenore, mentre l’orchestra sottolinea ogni riproposizione<br />

in contrattempo: lo sfasamento metrico tra voce e strumenti ben rende l’agitazione che la coglie.<br />

ESEMPIO 7 (b. 79)

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