106 EMANUELE BONOMI therland e Beverly Sills, sia la nascita negli stessi anni di una specifica storiografia donizettiana e di studi incentrati specificamente sulle problematiche dell’opus del musicista. L’ampliamento del repertorio grazie alla ripresa di lavori del passato – una tendenza che va sempre più affermandosi data la scarsità di titoli contemporanei da immettere nel circuito teatrale – ha particolarmente giovato all’opera di <strong>Donizetti</strong> che, oramai largamente esplorata, si pone come anello di congiunzione imprescindibile tra i primi decenni dell’Ottocento e lo sviluppo del teatro lirico italiano a partire dagli anni Cinquanta. Fino alla metà del Novecento, come detto, la messe di volumi dedicati al musicista fu alquanto esigua e di scarsa qualità. I primi contributi furono pubblicati nei decenni successivi alla sua morte e inquadrarono il fenomeno <strong>Donizetti</strong> all’interno della tradizione belcantistica italiana, operando, attraverso l’analisi delle opere del compositore, un raffronto con la produzione dei suoi due grandi contemporanei, Rossini e Bellini. 1 Il giudizio complessivo era in genere il medesimo: nell’autore bergamasco si individuavano una inusuale facilità e rapidità nel comporre, così come la capacità di affrontare sia il genere tragico che quello buffo, fondendoli insieme. Le celebrazioni del centenario della nascita (1897) diedero nuovo impulso agli studi donizettiani. Un comitato congiunto tra Bergamo, Napoli, Parigi e Vienna organizzò una mostra che rivelò per la prima volta, attraverso la pubblicazione dei diversi cataloghi suddivisi secondo la provenienza, l’ampiezza e l’importanza della produzione del musicista; parallelamente in quei mesi videro la luce numerosi repertori e contributi sulla ricezione in Italia e in Europa delle opere di <strong>Donizetti</strong>. 2 Al grande successo tributato dalla cittadinanza alla mostra celebrativa nel centenario della nascita del compositore seguì nel 1906 l’apertura del Museo donizettiano, grazie in primo luogo a due importanti donazioni: la preziosa raccolta di cimeli donizettiani della baronessa Basoni Scotti e gli arredi della stanza in cui il compositore bergamasco morì, di proprietà di Cristoforo Scotti che ospitò il musicista malato negli ultimi anni della sua vita. Negli anni successivi il Museo, che nei suoi depositi poteva annoverare fin dalla sua inaugurazione la ricca collezione di oggetti e documenti di proprietà comunale, conservati sino allora per la maggior parte presso la Civica biblioteca Angelo Mai, assistette ad un prodigioso e rapido sviluppo, dovuto soprattutto a Guido Zavadini. Per merito della sua infaticabile opera di ricerca e di valorizzazione dei materiali conservati, il patrimonio del Museo subì un notevole accrescimento, così che nel 1936 fu possibile compilare il primo catalogo dell’archivio dell’istituzione. 3 1 Tra i lavori più interessanti citiamo: PAUL SCUDO, <strong>Donizetti</strong> et l’école italienne depuis Rossini, in Critique et littérature <strong>musica</strong>les, Paris, Amyot, 1850, pp. 75-97; FRANCESCO REGLI, <strong>Gaetano</strong> <strong>Donizetti</strong> e le sue opere, Torino, Fory e Dalmazzo, 1850; FILIPPO CICCONETTI, Vita di <strong>Gaetano</strong> <strong>Donizetti</strong>, Roma, Tipografia Tiberina, 1864; AN- TONIO BELLOTTI, <strong>Donizetti</strong> e i suoi contemporanei, Bergamo, Tipografia Pagnoncelli, 1866; BARTOLOMEO MEREL- LI, Cenni biografici di <strong>Gaetano</strong> <strong>Donizetti</strong> raccolti da un vecchio dilettante di buona memoria, Bergamo, Civelli, 1874; BERNARDINO ZENDRINI, <strong>Donizetti</strong> e Simone Mayr, Bergamo, Tipografia di Pietro Cattaneo, 1875. 2 Catalogo generale della mostra donizettiana, Bergamo, Istituto italiano d’arti grafiche, 1897 (contiene il catalogo della mostra donizettiana tenutasi a Bergamo dal 22 agosto al 22 settembre 1897); Katalog der <strong>Donizetti</strong>- Ausstellung. Ausstellung der für die Centenarfeier in Bergamo bestimmten österreichen Objecte, Wien, Verlag des Comites, 1897; CHARLES-THÉODORE MALHERBE, Centenaire de <strong>Gaetano</strong> <strong>Donizetti</strong>. Catalogue bibliographique de la section française à l’exposition de Bergame, Paris, Imprimerie de la Cour d’appel, 1897; <strong>Gaetano</strong> <strong>Donizetti</strong>. Numero unico nel primo centenario della sua nascita 1797-1897, a cura di Parmenio Bettoli, Bergamo, Istituto italiano d’arti grafiche, 1897; ADOLFO CALZADO, <strong>Donizetti</strong> e l’opera italiana in Spagna, Paris, Chaix, 1897; EDOAR- DO CLEMENTE VERZINO, Le opere di <strong>Gaetano</strong> <strong>Donizetti</strong>. Contributo alla loro storia, Bergamo, Carnazzi, 1897. 3 GUIDO ZAVADINI, Museo donizettiano di Bergamo. Catalogo generale, Bergamo, Istituto italiano d’arti grafiche, 1936. Negli anni successivi sono poi stati pubblicati altri due cataloghi aggiornati dei materiali contenuti negli archivi del Museo: VALERIANO SACCHIERO, Il Museo donizettiano di Bergamo, Bergamo, Centro di studi donizettiani, 1970; FABRIZIO CAPITANIO, Il Museo donizettiano in Bergamo, Bergamo, Comune di Bergamo, 2002.
BIBLIOGRAFIA Adelaide Ristori nel ruolo eponimo della <strong>Maria</strong> <strong>Stuarda</strong> (III) di Schiller. Stampa francese (1858). <strong>La</strong> Ristori (1822- 1906) vestì per la prima volta i panni della regina di Scozia a Trento nel 1841, e la prima volta a Parigi nel 1855 (cfr. TERESA VIZIANO, Il palcoscenico di Adelaide Ristori, Roma, Bulzoni, 2000, pp. 48-80). 107
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