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HEARTLINE HSM Genoa Cardiology Meeting - Aristea

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Inibitori diretti del fattore X attivato<br />

Gli inibitori diretti del fattore Xa, attraverso l’inibizione del fattore X attivato riducono la formazione<br />

di trombina dalla protrombina. Inoltre inibiscono la generazione di trombina indotta<br />

dal tissue factor.<br />

Gli inibitori diretti del fattore X attivato sviluppati per uso orale sono il rivaroxaban, l’apixaban,<br />

l’edoxaban ed il betrixaban. L’idraparinux è un inibitore indiretto parenterale del fattore<br />

X attivato, analogo del fondaparinux, somministrabile grazie alla sua farmacocinetica<br />

per via sottocutanea una sola volta alla settimana, il cui programma di sviluppo è stato recentemente<br />

interrotto per un eccesso di rischio emorragico rispetto al warfarin (7) .<br />

Il rivaroxaban è un inibitore diretto orale del fattore X attivato che ha una biodisponibilità<br />

dell’80% ed un’ emivita plasmatica di 7-11 ore. E’ metabolizzato per 2/ nel fegato mentre<br />

per 1/ è eliminato immodicato per escrezione renale. L’efcacia del rivaroxaban nella<br />

FA è stata valutata nello studio di fase III ROCKET AF (8) nel quale 1 .171 pazienti con FA<br />

sono stati randomizzati a ricevere in doppia cecità rivaroxaban 20 mg/die, ridotto a 1 mg/die<br />

nei pazienti con insufcienza renale moderata (clearance creatinina 0- 9 ml/min), oppure<br />

warfarin (INR 2.0 – .0). I pazienti con FA inclusi nello studio ROCKET AF erano caratterizzati<br />

da un prolo di rischio tromboembolico maggiore rispetto a quelli dello studio<br />

RE-LY (CHADS 2 score ≥ nell’ 87% vs 2% nel RE-LY e pregresso stroke o TIA nel % vs 20%<br />

nel RE-LY). Nell’analisi intention to treat il rivaroxaban è risultato non inferiore rispetto al<br />

warfarin con un tasso annuale di stroke ed embolia sistemica dell’ 2.12 % vs il 2. 2 % riportato<br />

con il warfarin, mentre nell’analisi on treatment è emersa una superiorità (1.71% vs 2.16%).<br />

Analogamente al dabigatran il rivaroxaban è risultato associato ad una riduzione di emorragie<br />

cerebrali di circa il 0% rispetto al warfarin.<br />

L’apixaban è un inibitore diretto orale del fattore X attivato a rapido assorbimento, con<br />

un’emivita plasmatica di circa 12 ore, escreto per il 2 % per via renale. E’ stato dapprima<br />

confrontato con l’aspirina nello studio AVERROES in . 99 pazienti affetti da FA non eleggibili<br />

alla terapia anticoagulante orale con warfarin (9) . Lo studio è stato prematuramente<br />

interrotto per l’evidenza di superiorità dell’apixaban al dosaggio di mg bid nella riduzione<br />

degli eventi tromboembolici rispetto all’aspirina a vari dosaggi (81- 2 mg/die) (riduzione<br />

del rischio di stroke o embolia sistemica del %), con un tasso di emorragie maggiori ed<br />

in particolare intracraniche sovrapponibile nei due gruppi di pazienti (1. % vs 1.2% per<br />

anno). L’ARISTOTLE, studio di fase III, recentemente pubblicato ha dimostrato la superiorità<br />

dell’apixaban al dosaggio di mg bid nei confronti del warfarin (INR 2.0- .0) su 18.201<br />

pazienti affetti da FA e con un fattore di rischio per l’ictus ischemico (10) . L’incidenza annuale<br />

di stroke ed embolia sistemica è risultata pari all’ 1.27% nel gruppo di pazienti trattati con<br />

apixaban e all’ 1.6% nei pazienti trattati con warfarin (p

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