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HEARTLINE HSM Genoa Cardiology Meeting - Aristea

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Sia in modelli di piccola che di grossa taglia è stata dimostrata la capacità di G-CSF di indurre<br />

neovascolarizzazione nelle zone perinfartuali e ridurre l’apoptosi di cellule endoteliali.<br />

In un modello di ischemia miocardica nel ratto la terapia con G-CSF protratta per giorni<br />

ha portato ad un migliorato signicativo della funzione cardiaca globale, attenuando il rimodellamento<br />

miocardico post-ischemico e incrementando il numero di capillari nelle zone<br />

perinfartuali, in assenza tuttavia di rigenerazione in senso cardiomiocitario. Benché il meccanismo<br />

di azione sia ancora oggetto di studio, è stato riportato da Ohki e Capoccia una<br />

stimolazione di neutroli e monociti mediata da G-CSF in grado di promuovere la neovascolarizzazione<br />

in tessuti ischemici attraverso meccanismi di tipo paracrino. Inoltre G-CSF<br />

mobilizza progenitori endoteliali (EPCs) i quali possono favorire l’angiogenesi e ridurre la<br />

progressione dell’aterosclerosi. Date le capacità di G-CSF di incrementare l’espressione<br />

di molecole di adesione e chemochine (SDF-1), è possibile che un forte aumento di cellule<br />

CXCR + , EPCs e leucociti circolanti sia responsabile dell’incremento della vascolarizzazione<br />

evidenziata in numerosi studi a livello perinfartuale. Oltre all’angiogenesi, è possibile<br />

che G-CSF, attraverso il coinvolgimento di molecole di adesione (ICAM-1), citochine e leucociti,<br />

stimoli anche l’arteriogenesi. A dimostrazione è stato riportato un aumento di ICAM-1,<br />

un accumulo di leucociti e una proliferazione di cellule endoteliali e muscolari lisce in seguito<br />

a somministrazione di G-CSF in un modello di IMA.<br />

L’infarto miocardico acuto è caratterizzato da stress ossidativo e stato inammatorio che<br />

inuenzano il successivo rimodellamento avverso del ventricolo sinistro. In seguito ad insulto<br />

ischemico, cellule inammatorie e miociti rilasciano citochine che agiscono nei processi<br />

di sopravvivenza, apoptosi, angiogenesi e alterazione della matrice cellulare. G-CSF<br />

endogeno ha dimostrato di esercitare un ruolo antinammatorio modulando il rilascio di citochine<br />

coinvolte nell’inammazione e nei processi di rimodellamento post-infartuale. In<br />

particolare, è dimostrato il coinvolgimento di un recettore specico per G-CSF a livello monocitario.<br />

Un effetto protettivo del G-CSF nei confronti dello stress ossidativo è stato ripor-<br />

Fig. 1<br />

Rappresentazione<br />

schematica dei segnali<br />

di trasduzione attivati da<br />

G-CSF. L’attivazione del<br />

recettore JAK/STAT,<br />

MAPK, e PI -K/Akt<br />

favorisce l’inibizione<br />

del’apoptosi, della<br />

sopravvivenza e del<br />

differenziamento cellulare<br />

(Santosh K et al., Basic<br />

Res Cardiol 2011).<br />

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