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HEARTLINE HSM Genoa Cardiology Meeting - Aristea

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coci e con ampia area a rischio, la raccomandazione è di ridurre tale tempo a 90 minuti.<br />

In altri termini, per IMA anche estesi diagnosticati precocemente e per i quali la brinolisi<br />

si rivela molto spesso efcace, si propone di procedere ad angioplastica primaria solo<br />

quando la realtà organizzativa (comprendente anche il trasporto ad un’altra struttura in<br />

grado di eseguire in tempi brevi la rivascolarizzazione meccanica) comporti ritardi temporali<br />

contenuti. Per STEMI diagnosticati più tardivamente (per i quali la brinolisi si è dimostrata<br />

poco efcace) il ritardo tollerabile per l’esecuzione della PCI primaria può essere<br />

anche maggiore, orientativamente è accettato un tempo no a 120 minuti”<br />

Trombolisi pre-ospedaliera<br />

Se ne raccomanda l’utilizzo in fase preospedaliera soprattutto nei pazienti a presentazione<br />

precoce.<br />

Nel rapporto integrato con l’angioplastica primaria, invece, se ne raccomanda l’utilizzo se:<br />

1. il ritardo all’angioplastica (ECG to balloon) è stimato superiore ai 90 minuti per i pazienti<br />

con tempo di esordio dei sintomi inferiore alle 2 ore (*o superiore ai 60’ se i pazienti, ad<br />

esordio entro 2 ore, presentano infarto anteriore e età 0,2 mV in 2 derivazioni precordiali adiacenti oppure<br />

> 0,1 mV in 2 o più derivazioni periferiche “adiacenti”<br />

Oppure<br />

• onde R dominanti e depressione del tratto ST in V1 – V (IMA posteriore)<br />

Oppure<br />

• blocco di branca sinistra completo di nuova insorgenza (o presunto tale)<br />

In pz trattati entro 6-12 ore dall’ insorgenza dei sintomi in centri di esperienza con alti volumi<br />

di lavoro, con la PCI primaria si ottiene una maggiore efcacia per quanto riguarda la<br />

pervietà del vaso, riduzione della riocclusione, miglioramento della funzione residua del<br />

ventricolo sn e migliore clinical out come.<br />

Nonostante le frequenti controindicazioni, la limitata efcacia nel favorire la riperfusione e<br />

il più alto rischio di sanguinamento, la terapia brinolitica, preferibilmente somministrata<br />

come trattamento pre-ospedaliero, rimane una alternativa importante alla rivascolarizzazione<br />

meccanica.<br />

Controindicazioni alla terapia brinolitica<br />

Controindicazioni relative<br />

• ipertensione grave non controllata dalla terapia al momento della presentazione (PA<br />

180/110 mmHg)<br />

• malattia cerebrovascolare<br />

• attacco ischemico transitorio nei 6 mesi precedenti<br />

• gravidanza o allattamento

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