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HEARTLINE HSM Genoa Cardiology Meeting - Aristea

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Costituzione di reti per lo shock cardiogeno e per i pz sopravvissuti ad arresto cardiaco<br />

Entrambe le patologie infartuali come altre cardiopatie, quali le miocarditi o le valvulopatie,<br />

possono presentarsi o evolvere in modo drammatico con un arresto cardiaco o con<br />

una grave instabilità emodinamica che può sfociare nello shock cardiogeno. Entrambe le<br />

complicazioni sono ad alta mortalità e richiedono interventi integrati multidisciplinari in<br />

centri altrettanto adeguati. Anche in questi casi l’identicazione di reti di “secondo / terzo<br />

livello” potrebbe ridurre l’alta mortalità della fase acuta di queste complicazioni. Successivamente<br />

si potrebbero indirizzare i sopravvissuti, qualora non riescano a recuperare una<br />

stabilità emodinamica e nei casi appropriati, verso ulteriori interventi terapeutici, ora possibili,<br />

quali il trapianto cardiaco o i VAD. In entrambi i casi quindi, i pazienti dovrebbero essere<br />

portati con triage primario o con trasferimento secondario precoce in centri adeguati<br />

poiché questa può essere l’unica opportunità per sopravvivere. Per questo in regione Lombardia<br />

è stato costituito un Gruppo di approfondimento tecnico per realizzare una rete di<br />

secondo livello per queste complicazioni ad alta mortalità<br />

In sintesi le indicazioni date dalla regione sono che occorre ulteriormente ottimizzare<br />

il percorso del paziente su tutto il territorio di competenza. Elementi :<br />

1) Portare il paziente alla riperfusione ottimale il più celermente possibile (sia PCI primaria<br />

che, se occorre, brinolisi specialmente preospedaliera)<br />

2) Identicazione di percorsi particolari per : shock cardiogeno, postarresto cardiaco, aneurismi<br />

dell’aorta toracica,…., ruolo cardiochirurgia<br />

) Sinergia con l’AREU e sviluppo di protocolli integrati (rete per il trasporto secondario in<br />

emergenza)<br />

) Sinergia tra tutti i componenti della rete che superi logiche puramente aziendali e che<br />

segua la miglior qualità per il paziente (tempi di attuazione e qualità della prestazione)<br />

• Valutazione della situazione attuale<br />

1. Non in tutte le aree è stata attivata una rete e/o con protocolli operativi adeguati<br />

2. L’offerta di PCI primaria è disomogenea: in genere eccedente la domanda ma tendenzialmente<br />

disomogenea e non ben distribuita<br />

. La brinolisi preospedaliera è quasi assente e sottoutilizzata quella ospedaliera<br />

. Il trasporto “secondario in emergenza” non è organizzato in modo omogeneo ed ha in<br />

linea di massima tempi troppo lunghi<br />

. Non è diffusa la disponibilità della teletrasmissione dell’ECG (anche dai mezzi di base)<br />

• Ogni progetto locale deve valutare ed esprimere i vantaggi e gli svantaggi in termine<br />

di :<br />

1. Tempo alla riperfusione : sintomi / chiamata, chiamata / arrivo in PS, door (rst medical<br />

contact)/ balloon o needle . Tempi e modalità di trasferimento Hub – Spoke ; eventuale<br />

ritrasferimento. Attivazione del fast track non condizionato dai posti letto in UTIC<br />

2. Qualità delle prestazioni : numero di procedure per centro e per operatore , out come;<br />

requisiti di personale e di struttura<br />

. Costi : ottimizzazione delle risorse : reperibilità, trasferimenti, apertura operativa 2 /2 ore…..<br />

. Valorizzazione delle risorse esistenti e loro possibili integrazioni : ussi, razionalizzazione<br />

del ruolo dei centri Hub e dei centri Spoke

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