HEARTLINE HSM Genoa Cardiology Meeting - Aristea
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(1.9%), indipendentemente dal trattamento aggiuntivo con bivalirudina o inbitori GPIIb/IIIa,<br />
con una riduzione signicativa dell’incidenza di trombosi sub-acuta nel sottogruppo trattato<br />
con bivalirudina (Figura ) (10-12) .<br />
Se i dati a 0 giorni erano quindi molto incoraggianti, ancora più signicativi sono risultati<br />
quelli a lungo termine (1 ) . Ad un anno, infatti, i pazienti trattati con bivalirudina presentavano<br />
una riduzione del 1% della mortalità globale ( .8% vs . %; HR [9 %CI] = 0.69 [0. 0, 0.97]<br />
P=0.029), determinata da una riduzione della mortalità cardiaca del % ( .8% vs 2.1%;<br />
HR [9 %CI] = 0. 7 [0. 8, 0.8 ] P=0.00 ; Figura ). Erano ovviamente mantenuti i vantaggi<br />
in termini di sanguinamenti (9.2% vs .8% HR [9 %CI] =0.61 [0. 8, 0.78] P