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HEARTLINE HSM Genoa Cardiology Meeting - Aristea

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Cardiopatia Ischemica:<br />

nuovi orizzonti nella terapia<br />

con antiaggreganti orali<br />

Giancarlo Casolo<br />

UO Cardiologia, Ospedale Versilia, Lido di Camaiore (LU)<br />

Introduzione<br />

L’importanza della terapia antiaggregante nella malattia coronarica e nella cardiopatia<br />

ischemica è ormai parte integrante del bagaglio terapeutico di ogni Medico. La consapevolezza<br />

che le manifestazioni cliniche e la progressione dell’aterosclerosi includono fenomeni<br />

trombotici ed in particolare il ruolo centrale delle piastrine hanno portato allo sviluppo<br />

di farmaci sempre più potenti ed efcaci. Nelle sindromi coronariche acute (SCA) l’attivazione<br />

e l’aggregazione piastrinica giocano un ruolo fondamentale nella formazione e propagazione<br />

del trombo arterioso. Perciò le piastrine sono considerati importanti target<br />

terapeutici ed i farmaci impiegati per modularne la funzione sono stati oggetto di una intensa<br />

ricerca farmacologia e clinica, soprattutto negli ultimi anni.<br />

La rottura di una placca aterosclerotica o l’applicazione di stent sull’albero coronarico promuovono<br />

l’aggregazione piastrinica che viene stimolata ed amplicata da vari fattori quali<br />

la trombina, il trombossano A2, e l’ADP. L’ADP stimola le piastrine attraverso due recettori:<br />

il P2Y1 ed il P2Y12. Il legame dell’ADP al recettore P2Y1 stimola l’attivazione del recettore<br />

GPIIb/IIIa che a sua volta mobilizza il calcio, promuove il cambiamento di forma delle piastrine,<br />

e l’aggregazione piastrinica transitoria. Il legame dell’ADP al recettore P2Y12 stimola<br />

l’attivazione del recettore e promuove la degranulazione delle piastrine, la produzione di TxA<br />

e l’aggregazione piastrinica più prolungata.<br />

Le terapie raccomandate per controllare l’aggregazione piastrinica nelle SCA comprendono<br />

l’aspirina e gli inibitori del recettore P2Y12 quali il clopidogrel. Nella pratica questa<br />

strategia non inibisce completamente le piastrine e di fatto esistono casi di scarsa risposta<br />

alle tienopiridine classiche (ticlopidina, clopidogrel) che si traducono in eventi clinici.<br />

I progressi della ricerca in questo campo hanno prodotto risultati che per la loro rilevanza<br />

sono stati imediatamente incorporati nelle Linee Guida dell’ESC 2011 per il trattamento<br />

delle SCA.<br />

Le Tienopiridine<br />

Questa categoria di farmaci è quella che maggiormente è in grado di influenzare la funzione<br />

piastrinica inibendo sia l’adesione che l’aggregazione fin dalle prime fasi attraverso<br />

il legame con il recettore P2Y12. Questo legame è covalente ed irreversibile per le<br />

tienopiridine classiche e per il più recente Prasugrel. Ciò risulta in una inibizione che<br />

perdura per tutta la durata di vita delle piastrine. Viceversa, le tienopiridine più recenti<br />

quali il Cangrelor ed il Ticagrelor modificano in modo reversibile il sito di legame del recettore<br />

P2Y12 determinando così una inibizione di breve durata seppure altrettanto potente<br />

ed efficace.<br />

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