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CLAUDIO PIZZI LEZIONI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA a. a. 2010­2011

CLAUDIO PIZZI LEZIONI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA a. a. 2010­2011

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eventualmente incompatibili.<br />

Il problema dell’induzione è strettamente connesso a un altro: infatti noi<br />

siamo alla ricerca anche di criteri per distinguere tra generalizzazioni vere per<br />

accidente e generalizzazioni nomiche, cioè che che costituiscono leggi di natura.<br />

P.es:<br />

“Tutti i pianeti hanno un nome di un dio greco”<br />

“Tutti i pianeti ruotano in ellissi”<br />

hanno la stessa forma e sono ben confermate, eppure la prima non è una legge, la<br />

seconda sì.<br />

Dal punto di vista di Popper non c’è nessun problema dell’induzione perché<br />

l’induzione non ha alcun ruolo nella scienza. Le leggi secondo Popper non<br />

sono confermate (cioè non ricevono nessun valore di probabilità) ma sono<br />

corroborate: in altri termini sono solo ipotesi che hanno resistito a test<br />

elaborati con la sincera intenzione di scalzarle. La corroborazione “assomiglia”<br />

alla conferma ma si distingue soprattutto perchè non ha senso assegnarle dei<br />

valori numerici<br />

Le risposte al problema della giustificazione sono state molteplici ma qui<br />

distingueremo solo quelle che hanno dominato il campo nel ‘900.<br />

a.Teorie presupposizionali dell’induzione (Mill, Keynes, Burks). Oggi poco<br />

popolare, questa concezione ha un enorme merito: quella di cercare di ridurre<br />

l’induzione alla deduzione, negando la dicotomia tra due tipi di ragionamento<br />

diversi. Si parte dall’osservazione che spesso i ragionamenti deduttivi sono<br />

espressi in modo incompleto, di solito per il fatto di non esplicitare alcune delle

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