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CLAUDIO PIZZI LEZIONI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA a. a. 2010­2011

CLAUDIO PIZZI LEZIONI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA a. a. 2010­2011

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formulazione delle leggi, sembra che questo sia impossibile nella descrizione<br />

della cosiddetta realtà fenomenica.<br />

Quanto precede forse basta da solo a spiegare il moltiplicarsi impressionante di<br />

saggi filosofici sulla causalità a partire dal 1960 circa, quando viene pubblicato<br />

“Causation in Law” di Hart & Honorè, due filosofi del diritto consapevoli<br />

dell’importanza che hanno le considerazioni causali nell’accertamento delle<br />

responsabilità penali. Certo questo trend è in parte motivato dall’esaurirsi del<br />

positivismo logico alla fine degli anni 50. Ma sarebbe un errore pensare che<br />

questa fioritura sia legata al postpositivismo, cioè al filone di pensiero della linea<br />

Hanson­Kuhn­Feyerabend. In realtà questa corrente filosofica è ben poco<br />

interessata all’analisi concettuale e si è limitata a mettere l’accento sul ruolo che<br />

hanno le teorie scientifiche nel rispondere alla domanda “qual è la causa del<br />

fenomeno x”? Di che cosa si tratti si può vedere facilmente da un esempio.<br />

Supponiamo che si verifichi un incidente stradale conclusosi con la morte di un<br />

conducente che in stato di ubriachezza passava con il rosso. Supponiamo di<br />

chiedere a un vigile urbano, a un medico, a un sociologo qual è la causa del<br />

decesso. Avremo verosimilmente delle risposte diverse. L’uno dirà che l’evento<br />

si è prodotto perché l’autista è passato con il rosso, l’altro indicherà la causa in<br />

un’emorragia inarrestabile, il terzo nel fatto che il guidatore era un alcolista. I tre<br />

soggetti sono influenzati da paradigmi diversi e individuano cause diverse.<br />

Individuare una causa significherebbe dunque usare un certo insieme di<br />

presupposti di sfondo (una teoria, un insieme di pregiudizi) per distinguere ciò<br />

che è rilevante da ciò che non è rilevante. Tutto ciò è indubbiamente vero sul<br />

piano della psicologia della ricerca scientifica, ma elude uno dei problemi<br />

centrali della filosofia della scienza, e cioè che esistono catene causali<br />

“oggettive”, cioè che i vari soggetti possono riconoscere come tali<br />

indipendentemente dal peso che ciascuno può voler assegnare ai singoli membri<br />

della catena? Questo problema è solo uno dei molti che sono stati recentemente<br />

oggetto di dibattito nella filosofia della causalità, dove con questo termine<br />

intendo rifermi a una nuova area di ricerca su temi comuni spesso scollegati,<br />

che attualmente vengono perseguite con strumenti diversi (logici, linguistici,<br />

algebrici, statistici) da studiosi di diversa estrazione che parlano linguaggi<br />

diversi.<br />

Vediamo insieme alcuni temi importanti da esaminare con la massima

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