04.06.2013 Views

CLAUDIO PIZZI LEZIONI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA a. a. 2010­2011

CLAUDIO PIZZI LEZIONI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA a. a. 2010­2011

CLAUDIO PIZZI LEZIONI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA a. a. 2010­2011

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

avanzata il linguaggio causale era destinato a sparire, e che le cosiddette leggi<br />

causali sarebbero state formulate come equazioni differenziali in cui si<br />

esprimeva la variazione concomitante di determinate grandezze da determinate<br />

altre. Le variabili dipendenti avrebbero preso il posto degli effetti e le variabili<br />

indipendenti avrebbero preso il posto delle cause.<br />

La concezione di Russell presupponeva la fiducia nel primato della fisica<br />

(dove era per l’appunto in corso il processo di purificazione linguistica sopra<br />

descritto) e in realtà sottintendeva una completa fiducia in una futura confluenza<br />

di tutte le scienze nella fisica. Come è noto, dopo la prima guerra mondiale il<br />

neopositivismo avrebbe istituzionalizzato questo ruolo dominante nella fisica<br />

con il c.d. fisicalismo e, per quanto riguarda la causalità, avrebbe assunto un<br />

atteggiamento analogamente riduttivo. Wittgenstein nel Tractatus esprimeva in<br />

modo tagliente questi umori con l’aforisma “la credenza nel nesso causale è<br />

superstizione”. Quanto all’idea secondo cui ogni evento ha una causa,<br />

Wittgenstein osservava (6.16) che “se ci fosse un principio di causalità potrebbe<br />

suonare ‘Ci sono leggi di naturà”. Che cosa sono le leggi di natura? Wittgenstein<br />

e i suoi allievi più diretti come Schlick le intendono come regole che ci mettono<br />

in grado di prevedere i fenomeni o calcolare i valori delle loro proprietà<br />

misurabili. L’esistenza di leggi di natura dunque non è altro che l’esistenza di<br />

regole di inferenza o di calcolo di questo tipo.<br />

Tuttavia l’eclissi della causalità non aveva ancora completato la sua parabola<br />

se il più fedele portavoce di Wittgenstein, F. Waissmann, poteva scrivere nel<br />

secondo dopoguerra un lungo saggio intitolato “Tramonto e fine della causalità”.<br />

Secondo Waismann questo crollo definitivo della causalità sarebbe stato prodotto<br />

dal principio di indeterminazione di Heisenberg (1927) . Come è noto, in questo<br />

si afferma che è impossibile misurare simultaneamente due grandezze coniugate<br />

(p.es. la posizione e la velocità di un elettrone), e quindi anche di fare predizioni<br />

esatte circa i fenomeni del mondo subatomico. Possiamo parlare di cause senza<br />

effetti e di effetti senza cause. Secondo un punto di vista molto ripetuto, questa<br />

limitazione sarebbe dovuta all’interferenza dell’osservatore con l’oggetto<br />

microscopico osservato (si noti che per “vedere” qualsiasi cosa questa va colpita<br />

con un fascio di fotoni). Ma è sempre più chiaro che la limitazione è dovuta alla

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!