CLAUDIO PIZZI LEZIONI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA a. a. 20102011
CLAUDIO PIZZI LEZIONI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA a. a. 20102011
CLAUDIO PIZZI LEZIONI DI FILOSOFIA DELLA SCIENZA a. a. 20102011
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egolarmente seguita dalla seconda, ma non si può dire causa di questa. In molti<br />
processi deterministici linerari un certo tipo di evento è seguito da un altro senza<br />
che si possa dire che ne è la causa.<br />
Controesempi di questo genere si potrebbero considerare non decisivi. A<br />
proposito di questi si potrebbe argomentare che in effetti non si parla di nesso<br />
causa effetto, ma che nemmeno lo si esclude (dopo tutto , il giorno rende<br />
possibile la notte e la prima dentizione rende possibile la seconda) è dunque un<br />
caso di vaghezza semantica, in cui c’è una certa arbitarietà nella scelta del<br />
linguaggio.<br />
Ma casi di successioni regolari non causali esistono e sono all’ordine del<br />
giorno. Kant, come si sa, aveva l’abitudine di compiere una passeggiata<br />
quotidianamente nella piazza di Konigsberg con un puntualità cronometrica.<br />
Quindi ogni giorno la sua presenza nella piazza era seguita da una certa<br />
posizione delle lancette dell’orologio (orologio tanto tedesco quanto il filosofo).<br />
Nessuno però potrebbe dire che la presenza di Kant era la causa della posizione<br />
delle lancette, nonostante fosse a questa contigua anche spazialmente.<br />
Perché è possibile produrre controesempi di questo genere? Una risposta<br />
potrebbe essere che si tratta di generalizzazioni accidentali, non di leggi di<br />
natura. Se Kant fosse mancato un giorno all’appuntamento o l’orologio si fosse<br />
fermato per un guasto questo avrebbe creato sorpresa ma nessuno avrebbe<br />
gridato al miracolo, come quando Giosuè fermò il sole durante la battaglia di<br />
Gerico.<br />
E' sufficiente allora chiedere che sussistano leggi di successione regolare per<br />
parlare di relazioni causali? Con ciò siamo tornati al riduzionismo di<br />
Wittgenstein, cioè all’idea che l’esistenza di nessi causali altro non sia che<br />
l’esistenza di leggi di natura.<br />
La riposta però è ancora negativa. Noi sappiamo che l’abbassarsi della lancetta<br />
del barometro è regolarmente seguita dal maltempo (così si dice): abbiamo<br />
quindi una regola che ci consente di inferire, dall’abbassamento del barometro,<br />
l’avvicinarsi del maltempo. Eppure siamo anche sicuri che l’abbassarsi del