11.06.2013 Views

Imp. Di Guardo

Imp. Di Guardo

Imp. Di Guardo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Arrivavano quasi con cadenza giornaliera. Il telefonista era<br />

sempre lo stesso. Si presentava dicendo: “Sono il famoso…<br />

quello dell’altra volta”. Il messaggio era ormai monotono. “<strong>Di</strong>ca<br />

a suo marito di lasciare stare la mafia. Parli di quello che vuole,<br />

ma lasci stare la mafia… altrimenti lo ammazziamo”.<br />

Da quel pomeriggio di marzo si ritrovarono a vivere blindati<br />

anche i miei familiari. Limitammo al minimo le uscite fuori<br />

casa, mai la sera. Una situazione esasperante ed estremamente<br />

tesa anche per gli uomini della scorta.<br />

Una sera stavo andando a Paternò, dove avrei tenuto un comizio.<br />

Un’automobile si affiancò alla mia sullo scorrimento<br />

veloce. Non ci avevo neppure fatto caso. <strong>Imp</strong>rovvisamente,<br />

dietro di me, sentii dei colpi di pistola. Bloccai l’auto d’istinto.<br />

I colpi erano partiti dalla vettura di scorta. Uno degli agenti,<br />

vedendo quella vettura sconosciuta affiancarsi alla mia senza<br />

superare, non stette neppure un attimo a pensarci. Si catapultò<br />

fuori dal finestrino aggrappandosi al tettuccio e fece fuoco. Un<br />

falso allarme che però la dice lunga su quello che era il clima<br />

di tensione in quei giorni.<br />

I ragazzi della scorta, dopo l’incidente, erano quasi mortificati.<br />

Volevano per forza portarmi a bere qualcosa. Mostravano<br />

premure da fratelli. Con questi ragazzi si era venuto a creare,<br />

nel corso di quei mesi, un rapporto d’affetto. Si viveva praticamente<br />

insieme, si passavano ore ed ore della giornata a stretto<br />

contatto. Ti seguivano dovunque. Arrivavano a condividere le<br />

tue ansie, i tuoi momenti di paura, di smarrimento, di tensione,<br />

ma anche i momenti di allegria. Entravano a far parte della tua<br />

famiglia. Ti rendevi conto dell’enorme sacrificio che comporta<br />

il loro lavoro.<br />

Eravamo arrivati alla fine di aprile. Era domenica ed ero<br />

stato in piazza per il comizio di ringraziamento dopo le elezioni.<br />

Quando tornai a casa mio figlio Salvo corse giù per le scale.<br />

Mi chiese di accompagnarlo dalla nonna. Aveva l’aria sconvolta.<br />

Aveva raccolto lui l’ultima telefonata. Questa volta “il<br />

famoso” era stato più duro. “Ti conosco, so dove vai a scuola…<br />

dov’è quel bastardo di tuo padre?… Stai bene a sentire.<br />

102

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!