Imp. Di Guardo
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DUE VITE IN UN PAESE CHE CAMBIA<br />
L’aereo scendeva rapidamente costeggiando le pendici occidentali<br />
dell’Etna.<br />
Per tutto il viaggio non avevo fatto altro che pensare a quella<br />
conversazione con Bocca. I suoi modi sbrigativi e un po’<br />
bruschi non lasciavano molto spazio alle mie illusioni. Ero<br />
comunque compiaciuto di aver conosciuto un uomo come lui,<br />
certamente un grande italiano.<br />
La giornata era chiara e permetteva di scrutare tutta la Piana<br />
di Catania.<br />
Misterbianco visto dall’alto mostrava impietosamente le sue<br />
ferite; le zone abusive, con i palazzotti incompleti, con le pareti<br />
di mattoni rossi. Sotto di me scorrevano le immagini delle<br />
masserie che stanno attorno a Misterbianco, giù fino alla fattoria<br />
“Cardinale”. Resti “archeologici” del passato contadino di<br />
questo paese. Credo sia impossibile parlare degli ultimi fatti<br />
che sono avvenuti a Misterbianco senza soffermarsi un attimo<br />
sulle trasformazioni che hanno attraversato questa comunità,<br />
come altre realtà della Sicilia e del Mezzogiorno, troppo velocemente<br />
passate da un’economia rurale ad una di tipo postindustriale,<br />
saltando tutti i passaggi di sviluppo produttivo.<br />
Trasformazioni rapidissime e violente che hanno segnato la<br />
vita e il modo di pensare della gente. Cambiamenti che ho vissuto<br />
e ai quali mi sono adattato, trovandomi paradossalmente a<br />
vivere due vite. Un’esperienza che mi ha permesso di condividere<br />
quasi fisicamente i cambiamenti che hanno segnato questo<br />
paese.<br />
Vengo infatti da una famiglia di contadini e fino alla età di<br />
22 anni avevo frequentato solo le prime cinque classi elementari.<br />
Avevo mollato la scuola per seguire mio padre a lavorare<br />
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