Imp. Di Guardo

suo sviluppo, si accontenta di inserirsi nel malgoverno, entra
per i varchi che le vengono aperti dai politici, dagli affaristi.
Nell’anno in cui ho fatto il sindaco di Misterbianco non ho
avuto una sola minaccia, una sola allusione o avvertimento
mafioso. Il comune funzionava e alla mafia le cose che funzionano
non interessano. Le interessa il ladrocinio, la muove questa
idea: se rubano gli onesti perché non dobbiamo rubare noi?
La mafia è come un avvoltoio che non scende dove c’è il pulito,
l’ordinato, scende dove sente odore di carne marcia. Io mi
accorsi che la mafia stava entrando nel municipio quando nell’anticamera
del sindaco cominciò a stazionare in permanenza
Mario Nicotra detto U Tuppu, noto uomo di mafia ucciso mesi
fa dalla mafia. Il fatto è che per fare i grossi affari in tutta tranquillità
bisogna avere i voti e il consenso della mafia. E voti e
consenso bisogna pagarli. Il pentito Pietro Saitta ha confessato
ai giudici Petralia e Rossi che Paolo Arena era uomo del Malpassotu
– soprannome del mafioso Giuseppe Pulvirenti – ha
detto di averlo visto in giro per Catania accompagnato dai gorilla
del Malpassotu. A Misterbianco molti, io fra loro, pensano
che Arena sia stato ucciso per una resa dei conti tra il Malpassotu
e l’altra cosca dei Cursoti. Certo Arena non è il martire
di cui hanno parlato l’on. Nino Drago e il Presidente della regione
Vincenzo Leanza, non è la vittima della mafia perché si
era opposto alle infiltrazioni mafiose”.
“E come avvengono i pagamenti alla mafia?”
“In tanti modi. Per esempio qualcuno dà fuoco alla scuola
Don Milani. Che fa l’assessore all’istruzione, chiede la protezione
della polizia? No, affida la custodia ad un’agenzia di vigilanza,
pagandola più di un milione al giorno. Chi fa le pulizie
negli uffici e nelle scuole? I dipendenti comunali? No, delle
cooperative magari costituite due giorni prima del contratto
con gente che esce ed entra a suo piacere. Se spariscono macchine
da scrivere, copiatrici, computer? Niente paura, l’assessore
ha già comprato altre macchine da strani rappresentanti
che se le fanno pagare il doppio o il triplo del normale”.
“E adesso, Di Guardo, come vanno le cose?”
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