Imp. Di Guardo
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Quella mattina ero arrivato in consiglio comunale con una<br />
grande rabbia in corpo. Avevo letto i giornali che annunciavano<br />
la commemorazione di Paolo Arena in consiglio comunale.<br />
Era chiaro ormai che la Dc stava cercando di farne un martire<br />
ad ogni costo. Era il tentativo cinico di rifarsi una verginità su<br />
quel cadavere crivellato.<br />
Quando entrai in consiglio avevo in mente solo una cosa:<br />
l’esempio politico e morale di Paolo Arena. I suoi rapporti con<br />
quell’oscuro intreccio dove la politica si miscelava con affari e<br />
con interessi inconfessabili, non potevano diventare l’esempio<br />
per le giovani generazioni. Il tentativo di farne un martire<br />
dell’antimafia era grottesco.<br />
In apertura della seduta chiesi che il dibattito politico venisse<br />
aggiornato ad un momento successivo ai funerali, per far sì<br />
che avvenisse in un clima più sereno. La maggioranza non volle<br />
sentire ragioni. La “beatificazione” di Paolo Arena doveva<br />
avvenire subito, con il morto ancora caldo e sotto i riflettori<br />
delle telecamere. Si voleva chiudere il caso davanti all’opinione<br />
pubblica, fornendo una verità preconfezionata.<br />
Parlò Pippo Reina, il capogruppo della Dc che alcuni mesi<br />
dopo si sarebbe visto recapitare un avviso di garanzia per associazione<br />
mafiosa e favoreggiamento per l’assassinio di Paolo<br />
Arena: “Il consiglio comunale è riunito per commemorare un<br />
uomo che ha pagato con la vita il tentativo di opporsi alle infiltrazioni<br />
mafiose nel comune… Noi tutti abbiamo sempre riconosciuto<br />
le sue qualità di politico di razza… di leader del partito<br />
che riusciva ad essere al passo con i tempi e tenere compatto<br />
il gruppo consiliare… La Dc farà tesoro dei suoi insegnamenti<br />
e non abdicherà al ruolo di partito guida a Misterbianco”.<br />
Chiuse il suo intervento proponendo il lutto cittadino e<br />
l’aggiornamento della seduta.<br />
Chiesi allora di parlare. Lo feci in un’atmosfera gelida. Sapevo<br />
che stavo infrangendo una regola secondo la quale di fronte<br />
alla morte c’è solo spazio per il silenzio e la pietà. Era una<br />
regola che anch’io avrei voluto rispettare. Conoscevo Arena e<br />
conoscevo la sua famiglia. Avrei preferito tacere almeno in quel<br />
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