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Imp. Di Guardo

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deva i terreni di Mezzocampo, assai fertili, inseriva nel contratto<br />

anche degli appezzamenti di terreno lavico, ceduti praticamente<br />

gratis. Questo avveniva negli anni della riforma agraria,<br />

quando i vecchi feudatari avevano l’esigenza di liberarsi di<br />

quanto più terreno improduttivo possibile, per salvaguardarsi<br />

dagli espropri.<br />

<strong>Di</strong>verso il discorso alla fine degli anni Cinquanta. L’erede<br />

del duca ebbe in quegli anni l’idea di frazionare e vendere a<br />

basso costo un lotto di trentatrè ettari in contrada Lineri. Si<br />

andava da lotti di trecento metri quadri a porzioni di ben quindicimila.<br />

Un fatto quest’ultimo che alimentò successivamente<br />

ulteriori speculazioni. Vi era una fittissima rete di intermediari,<br />

i “sensali”, i quali diffondevano la voce che vi era una grande<br />

quantità di terreno a basso prezzo sul quale era possibile<br />

costruire un nuovo quartiere. I “sensali” mettevano in contatto<br />

l’acquirente con il tecnico di fiducia del duca, che tagliava i<br />

terreni in base all’esigenza del cliente e quindi vendeva. Probabilmente<br />

il tecnico del duca tracciò solo due assi viari in<br />

tutto il quartiere: l’attuale via Lenin e una traversa a sud, in<br />

prossimità della ferrovia. La realizzazione delle altre strade<br />

venne determinata da una clausola che si trovava in tutti i contratti<br />

e che imponeva che il fabbricato dovesse essere arretrato,<br />

allineato con quello vicino. Così, la struttura urbanistica primaria<br />

era affidata, in massima parte, al capriccio del caso.<br />

La molla principale che spingeva la gente verso le zone abusive<br />

era senz’altro rappresentata dal prezzo delle aree. Il valore<br />

dei terreni andava dalle 100 lire al metro quadro dei primi anni<br />

Sessanta alle 3.000 lire degli anni Settanta fino alle 60-70 mila<br />

lire attuali. Un prezzo quest’ultimo che appare minimo se lo si<br />

raffronta con quello dei terreni edificabili che sono sul mercato<br />

a 500 mila lire per metro quadro in periferia, arrivando al<br />

milione e mezzo nel centro.<br />

Gli abusivi provenivano in gran parte dalla città. Nel primo<br />

dopoguerra Catania, come le altre grandi città, venne investita<br />

da un importante fenomeno di urbanizzazione. Le campagne e<br />

i centri minori, legati all’economia agricola, si svuotarono ra-<br />

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