Imp. Di Guardo
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schiare. Ordinai tre chilometri di tubi alla ditta Virlinzi. Non<br />
potevo dare nulla come garanzia, visto che non era possibile<br />
riunire la giunta per il boicottaggio dei democristiani.<br />
<strong>Di</strong>ssi all’ingegnere Coniglio, responsabile delle vendite dell’impresa<br />
Virlinzi, di accettare in garanzia un mio assegno personale<br />
di 25 milioni. “Ma lei è un sindaco o un imprenditore?…<br />
– mi disse tenendo in mano l’assegno – ma si rende conto<br />
a quale rischio si espone?” Me ne rendevo conto, eccome.<br />
Mia moglie era partita per un viaggio, fortunatamente non<br />
dovevo affrontare il problema di spiegarle il mio gesto folle.<br />
I tubi arrivarono a Misterbianco. Li montarono in due giorni,<br />
proprio a cavallo di ferragosto. L’acqua finalmente non<br />
mancò più.<br />
Ero soddisfatto, ma il messaggio politico che mi giungeva<br />
da quella vicenda era chiaro: Paolo Arena aveva deciso di rompere.<br />
Il motivo ufficiale lo avrebbe esposto, qualche mese dopo,<br />
in consiglio comunale, il capogruppo democristiano: “Non è<br />
in discussione l’alleanza politica… quello che contestiamo è il<br />
sindaco perché lavora troppo… corre e ha fretta… e un grande<br />
partito, come la Democrazia Cristiana, non gli può stare dietro”.<br />
La vera, inconfessabile, ragione della rottura discendeva,<br />
invece, dall’assoluta incompatibilità del mio modo di amministrare<br />
con il sistema dei comitati d’affare.<br />
Negli ultimi giorni della mia sindacatura arrivarono le prime<br />
avvisaglie. Qualche tempo prima ero intervenuto sulla questione<br />
dei cottimi fiduciari. Era ormai diventata consuetudine<br />
che questi lavori, gestiti direttamente dall’ufficio tecnico comunale,<br />
venissero affidati quasi sempre alle stesse ditte. Si era<br />
instaurato un sistema perfetto. Venivano invitate pochissime<br />
ditte, spesso tra loro collegate, che si accordavano per stabilire<br />
i ribassi e far ruotare così l’assegnazione dei lavori. Non solo.<br />
La stragrande maggioranza dei progetti vedeva come direttore<br />
dei lavori lo stesso tecnico.<br />
Quando mi resi conto della situazione inviai una lettera al<br />
responsabile dell’ufficio tecnico con la quale disponevo che<br />
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