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Imp. Di Guardo

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co divennero un’attrazione irresistibile. Vi arrivò un’immensa<br />

corte dei miracoli che tirava su gli edifici senza neppure l’ausilio<br />

di un geometra. Marito, moglie, figli lavoravano il sabato e<br />

la domenica, nei giorni festivi. Costruivano le loro case, mattone<br />

su mattone, improvvisandosi carpentieri, muratori, imbianchini.<br />

Facevano spesso tutto da soli indebitandosi fino al collo.<br />

I quartieri abusivi di Lineri, Serra, Montepalma, Poggio Lupo,<br />

Belsito, nacquero così, sorgendo quasi dal nulla. Ogni notte<br />

decine di case prendevano forma, come un gigantesco cancro<br />

che allungava le sue metastasi ormai incontrollabili.<br />

L’asse portante era rappresentato dalla strada di San Giovanni<br />

Galermo. Lungo questa strada vennero aperte strade di penetrazione<br />

verso nord e verso sud. È attorno a questi viottoli, aperti<br />

con le ruspe nel deserto lavico costituito dalla colata dell’Etna<br />

del 1669, che si svilupparono gli insediamenti abusivi.<br />

Un’altra arteria ebbe una grande importanza la circonvallazione<br />

di Catania, in prossimità della quale venne realizzato il<br />

quartiere di edilizia economica e popolare di Nesima superiore.<br />

Furono gli anni della grande avanzata democristiana a Catania.<br />

Il sindaco era il professor Domenico Magrì. Forse il primo<br />

interprete di una politica, poi esasperata dai “giovani turchi”<br />

di Nino Drago, che tendeva a creare un blocco sociale,<br />

saldato dall’assistenzialismo e dai finanziamenti pubblici, che<br />

vedeva coesi gli interessi della Dc, quelli del sottoproletariato<br />

urbano e quelli dei grandi imprenditori. Il quartiere di Nesima<br />

superiore, ai confini tra Catania e Misterbianco, divenne una<br />

sorta di catalizzatore per l’abusivismo. Non solo i terreni vicini<br />

a quell’insediamento costavano pochissimo, ma per i nuovi<br />

abitanti vi era anche la possibilità di utilizzare quel minimo di<br />

servizi e di collegamenti viari che per forza di cose era stato<br />

necessario realizzare attorno alle case popolari.<br />

Per capire il processo di sviluppo dell’abusivismo bisogna<br />

anche ricordare le vicende relative agli strumenti urbanistici<br />

del comune di Misterbianco. Il primo piano di fabbricazione<br />

venne approntato nei primi mesi del 1962 dallo studio sociale<br />

di architettura di Milano. Il consiglio comunale lo approvò nel<br />

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