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Imp. Di Guardo

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I miei compaesani non capivano il perché della mia denuncia.<br />

“Ma questo cosa vuole, chi glielo fa fare? se si da tanto da<br />

fare avrà di certo il suo tornaconto…”. L’analisi non andava<br />

mai oltre. La mia azione doveva per forza essere motivata da<br />

un interesse egoistico.<br />

Io ero dunque l’untore, colui che spargeva la peste nel paese<br />

solo perché volevo che si affermasse la verità sulla mistificazione.<br />

Ero un dissacratore perché mi muovevo controcorrente,<br />

perché mi scontravo con il senso comune generale in<br />

base al quale ognuno deve pensare ai fatti suoi. Un tabù che<br />

avevo violato senza mezzi termini, occupandomi di faccende<br />

che dovevano restare sepolte da una verità di regime che avrebbe<br />

indubbiamente fatto comodo a molti.<br />

Ma la Sicilia non è solo terra di egoismo e di individualismo.<br />

Credo che in nessuna altra parte del Paese sia così facile<br />

riciclarsi. Non solo si ricostruisce con grande velocità un’improbabile<br />

verginità, ma la si usa subito dopo per lanciare strali<br />

e pronunciare sentenze nei confronti di altri soggetti, magari<br />

più coerenti. <strong>Di</strong> esempi ve ne sono molti. Ne voglio ricordare<br />

solo uno, piccolo e vicino alla mia esperienza. Giuseppe Condorelli,<br />

il medico che mi chiamò “maramaldo”, pochi mesi dopo<br />

la sua lettera al quotidiano catanese, divenne uno degli esponenti<br />

di punta de “La Rete” a Misterbianco. Si presentò come<br />

il più austero censore della vecchia politica, sostenendo a spada<br />

tratta che bisognasse far piazza pulita e che tutti, tutti i soggetti<br />

che avevano fatto politica in passato, dovessero sparire<br />

per far posto al nuovo. Bisognava dunque distribuire patenti di<br />

onestà e di impegno antimafia. I puri da un lato e i collusi dall’altro.<br />

Un ragionamento davvero singolare in bocca ad un soggetto<br />

che era uscito dal silenzio solo per screditare pubblicamente<br />

chi aveva denunciato i rapporti tra Cosa Nostra e la politica.<br />

Il dato più triste è che il passato, ma in questo caso anche il<br />

presente, veniva cancellato con una velocità vertiginosa.<br />

Sembra che in questa terra non esista la memoria, che i giornali,<br />

le televisioni, gli stessi politici che avrebbero ben ragione<br />

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