Imp. Di Guardo

ie. Qualcuno diceva addirittura che i morti erano due e che
l’altra vittima era il capogruppo della Dc al consiglio comunale,
Pippo Reina. In breve nella strada la confusione raggiunse
il massimo livello.
Ero stato al comune meno di un’ora prima. C’era grande
animazione. Avevo incontrato il capogruppo della Dc Pippo
Reina al quale avevo espresso il mio disappunto per la convocazione
della commissione consiliare proprio alle 18 di sabato.
Quella riunione di commissione, indispensabile per arrivare
alla discussione in aula, si attendeva ormai da mesi. Ma, la
maggioranza Dc-Psi, profondamente divisa, prendeva sempre
tempo. Si confrontavano appetiti ed esigenze diverse e spesso
in aperto conflitto, anche all’interno degli stessi partiti. Ogni
fazione aveva i suoi interessi da difendere. Per mesi e mesi il
sistema dei veti incrociati aveva paralizzato il consiglio comunale.
Adesso la maggioranza aveva deciso di convocarla proprio
durante il fine settimana. Non riuscivo a capire il perché
di questa fretta.
Reina sembrava di buon umore. Mi disse che all’interno
della maggioranza si era arrivati ad un accordo. Lunedì finalmente
si sarebbe svolta la riunione del consiglio comunale.
Pensai che in qualche modo la grande abilità di Paolo Arena,
mediatore d’eccezione, ancora una volta era riuscita a mettere
d’accordo tutti.
Alle 10,30 di quella mattina si doveva tenere la riunione dei
gruppi di maggioranza per definire il piano delle grandi opere.
Si doveva parlare del depuratore e della discarica consortile,
della metanizzazione, del nuovo palazzo municipale e dei criteri
per il piano regolatore generale. In gioco, dunque, centinaia
di miliardi.
Alle 11,20 la riunione non era ancora cominciata. In municipio
aspettavano tutti Arena. Senza il suo “nulla osta”, nessun
accordo avrebbe avuto valore. La sua presenza era necessaria
per sancire l’intesa.
A quella riunione però il segretario democristiano non sarebbe
mai arrivato.
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