Imp. Di Guardo
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<strong>Di</strong> <strong>Guardo</strong>, l’ho vista ieri sera in televisione; l’ho vista in difficoltà<br />
di fronte agli attacchi di quei due democristiani che l’accusavano<br />
di produrre ad ogni costo una cultura di sospetto nei<br />
confronti di Paolo Arena. Sono stato sindaco di Misterbianco e<br />
le posso fornire elementi e prove per dare forza al suo ragionamento<br />
sul delitto Arena. Sono giorni e giorni che cerco di far<br />
sapere all’opinione pubblica come stanno realmente le cose,<br />
ma i giornali locali non ne vogliono proprio sapere. Insomma,<br />
è come se Paolo Arena fosse morto in un incidente stradale,<br />
invece si tratta del delitto più importante che la mafia abbia<br />
mai commesso in Sicilia orientale. Le voglio parlare per raccontarle<br />
tutto…” “Per telefono?” “No, voglio parlarle di presenza”.<br />
Ci pensò un attimo. “Sono interessato, posso venire io<br />
a Misterbianco…” “Sono più giovane, quindi tocca a me venire…”<br />
risposi. Una conversazione di pochi minuti.<br />
L’indomani ero sull’aereo. Avevo acquistato il biglietto appena<br />
finita la seduta del consiglio comunale nella quale i consiglieri<br />
della maggioranza si erano dimessi.<br />
Partii senza dire nulla a nessuno. Solo mia moglie e il mio<br />
amico Santo Mancuso sapevano dell’appuntamento con Bocca.<br />
Avevo come unico bagaglio una borsa piena di carte: delibere<br />
del comune, ritagli di giornali e tutto ciò che mi poteva aiutare<br />
a ricostruire il sistema di potere che aveva imperato a Misterbianco.<br />
A Milano trovai una pioggia leggera, ma insistente. Lo studio<br />
di Giorgio Bocca era in un antico palazzo del centro. Venne<br />
lui stesso ad aprire la porta. Trascorsi i primi istanti ad osservare<br />
l’ambiente in cui mi trovavo. Libri dappertutto, sugli<br />
scaffali, sul tavolo, sulle sedie, in un angolo le bozze scritte a<br />
macchina del libro di Saverio Lodato “I potenti”.<br />
Parlai quasi sempre io, interrotto dalle domande di Bocca e<br />
da mille telefonate. “Sono venuto qui perché l’altra sera, vedendo<br />
la trasmissione di Costanzo, mi era venuta voglia di spaccare<br />
il televisore… quei due notabili Dc che le dicevano che<br />
non bisognava sparare nel mucchio, che Paolo Arena era stato<br />
ucciso perché lottava contro la mafia. Vedevo che lei era in<br />
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