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Imp. Di Guardo

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sibile. Le pongo, però, in modo categorico, una condizione.<br />

Non dovrà promettere o dare soldi a nessuno. Lei ha diritto ad<br />

aver esaminato il suo progetto e questo faremo”.<br />

Conservo mi guardò perplesso. Forse non riusciva a capire<br />

cosa ci guadagnassi.<br />

Gli spiegai che ritenevo importante il suo progetto perché<br />

avrebbe segnato lo sviluppo dell’economia della zona e speravo<br />

che avrebbe portato anche un bel po’ di posti di lavoro a<br />

Misterbianco. Il mio interesse dunque c’era, ma non era quello<br />

che il cavaliere si aspettava.<br />

In un paio di mesi si arrivò all’approvazione. Conservo venne<br />

a trovarmi qualche tempo dopo. Voleva sapere cosa fare per<br />

ringraziarmi. Non riusciva a credere che non bisognasse pagare<br />

niente a nessuno. Era al di fuori della sua esperienza e me lo<br />

disse con grande chiarezza. “Lei è un uomo onesto… una sorta<br />

di mosca bianca… Le devo dire però che non farà molta strada<br />

in politica con questo modo di fare… Mi perdoni se glielo dico,<br />

caro <strong>Di</strong> <strong>Guardo</strong>… lei è un po’ coglione”.<br />

Probabilmente era vero, pensai tra me, ma quello era l’unico<br />

modo per mantenere integra la mia moralità e restare ad<br />

amministrare il mio comune in libertà, al di fuori da ogni ricatto<br />

e condizionamento.<br />

Alcune scelte di governo, certamente utili alla comunità,<br />

ma che rompevano con il permissivismo dei vecchi amministratori,<br />

mi causarono non poche critiche e incomprensioni.<br />

Ricordo la delegazione di macellai della frazione di Lineri<br />

che arrivarono inferociti perché mi ero permesso di creare un<br />

senso unico in via Lenin, in modo da eliminare il caos che ogni<br />

giorno si determinava in quella zona. Gli abitanti lo chiedevano<br />

da anni, ma nessuno lo aveva fatto.<br />

Oppure la vicenda del mercato settimanale. Era installato in<br />

pieno centro, non aveva servizi e per di più circondava la scuola<br />

elementare, impedendo ogni sabato che si svolgessero regolarmente<br />

le lezioni. Il direttore, gli insegnanti e i genitori si<br />

lamentavano da anni, ma il mercato era sempre lì e i poveretti<br />

avevano perso anche la forza di mandare lettere e petizioni.<br />

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