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Imp. Di Guardo

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Quando firmai l’ordinanza di trasferimento fu una vera e propria<br />

rivolta. Gli ambulanti occuparono il comune. Qualcuno<br />

disse pubblicamente che mi avrebbe fatto sparare in testa. Vi<br />

fu una riunione drammatica in municipio ma, alla fine, la spuntammo.<br />

E ancora, la dura battaglia per evitare che palazzo Leonardi,<br />

una costruzione liberty che si affacciava sulla strada principale<br />

del paese, venisse demolito.<br />

L’immobile era stato acquistato da una società per demolirlo<br />

e costruire al suo posto un condominio. La questione era<br />

arrivata già in commissione edilizia, quando la Sovrintendenza<br />

intervenne. A quel punto bloccai il progetto, ma i proprietari<br />

presentarono un ricorso e la regione inviò un commissario ad<br />

acta che approvò il progetto. Il giorno dopo l’approvazione, la<br />

Sovrintendenza mi investì della responsabilità di tutelare la<br />

salvaguardia dell’edificio, in attesa che venisse decretato dalla<br />

regione il vincolo come bene di interesse storico ed architettonico.<br />

La questione si giocava sul filo delle ore. Sospesi immediatamente<br />

la concessione edilizia e ordinai ai vigili di sorvegliare<br />

l’edificio per evitare che lo demolissero. Inutile dire che<br />

questa decisione mi attirò addosso i fulmini dei proprietari e<br />

dei loro progettisti.<br />

La beffa sarebbe arrivata cinque anni dopo. Il Consiglio di<br />

Giustizia Amministrativa avrebbe deciso che non era sufficiente<br />

provato l’anno di completamento del palazzo, e darà così il via<br />

libera alle ruspe. In poche ore l’intero edificio sarebbe scomparso<br />

e con esso alcune delle poche pagine interessanti della<br />

storia dell’artigianato locale: gli affreschi del maestro Ferrara,<br />

le opere in legno dei fratelli Caudullo e quelle in ferro di Rosario<br />

Bonanno, detto “U Ciollo”. Giustizia è fatta!<br />

Dovetti fronteggiare tante emergenze: intere zone, come il<br />

quartiere Toscano, erano prive di luce e di strade; molte strade<br />

nelle frazioni erano a fondo naturale; la metà delle aule scolastiche<br />

erano ospitate in appartamenti privati; un asilo nido,<br />

costruito qualche anno prima, era stato completamente distrutto<br />

dall’azione dei vandali; i servizi per i giovani e gli anziani<br />

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