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Imp. Di Guardo

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Rimasi ancora qualche minuto davanti all’edicola. Decisi<br />

di non andare sul luogo dove era stato ucciso il segretario della<br />

Dc. Tornai a casa. Nella mente, in quegli attimi, mi si affollavano<br />

mille dubbi, mille pensieri. Sprofondai in una poltrona.<br />

Perché Paolo Arena? Il modo in cui era stato ucciso non lasciava<br />

molti dubbi: il delitto era opera di un commando di professionisti,<br />

killer della mafia. Ma perché la mafia aveva colpito<br />

un uomo di quel livello? E ancora il luogo dell’agguato: il municipio.<br />

C’era una logica in tutto questo? Se la mafia voleva<br />

uccidere Arena poteva farlo in mille posti diversi, forse anche<br />

con più facilità. La scelta del luogo dell’agguato sembrava un<br />

segnale preciso, così come sembrava un tremendo avvertimento<br />

il momento del delitto: proprio alla vigilia di un accordo per la<br />

“spartizione” dei grandi appalti di Misterbianco. Cercavo di<br />

capire. Pensai che forse quel luogo e quel momento potevano<br />

essere un tentativo di depistaggio. Paolo Arena era anche membro<br />

del comitato di gestione della USL 35 di Catania, la più<br />

grande struttura sanitaria siciliana, al centro di uno scandalo<br />

per tangenti sulle forniture mediche che aveva portato alla condanna<br />

a quattro anni e mezzo di carcere per il deputato andreottiano<br />

Nino Caragliano e per l’ex capogruppo repubblicano<br />

al Parlamento regionale Gioacchino Platania. Forse quel<br />

delitto aveva motivi che andavano oltre Misterbianco?<br />

La mia mente però tornava inevitabilmente agli avvenimenti<br />

legati al paese. Pochi mesi prima un altro delitto inquietante.<br />

Dopo un drammatico inseguimento tra le stanze dell’ufficio<br />

tecnico comunale era stato ucciso il geometra Nicola <strong>Di</strong> Marco,<br />

un impiegato che si occupava delle pratiche di sanatoria.<br />

Un assassinio oscuro che non sembrava ricollegabile alla lunga<br />

catena di delitti che nell’ultimo anno aveva insanguinato il<br />

paese: omicidi tra uomini dei clan, una mattanza per così dire<br />

“fisiologica”. Adesso l’assassinio di Paolo Arena sembrava spalancare<br />

un abisso. Continuavo a chiedermi perché, per quali<br />

motivi la mafia avesse deciso di eliminare un personaggio come<br />

Paolo Arena.<br />

Tra i mille dubbi che mi frullavano in testa, in quegli attimi,<br />

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