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fisici e chimici lavorare insieme su progetti di<br />

interesse comune, integrando tecniche<br />

sperimentali e competenze scientifiche di vari<br />

settori. Il campo di ricerca del Lens copre un ampio<br />

spettro: dalla fotonica alla fisica atomica, dalla<br />

fotochimica alla biochimica, dalla biofisica al<br />

restauro e alla conservazione delle opere d’arte. I<br />

progetti del laboratorio sono finanziati<br />

dall'Università di Firenze, dalla Comunità Europea,<br />

dall'Istituto Nazionale per la Fisica della Materia,<br />

dall'Agenzia Spaziale Italiana, dal Cnr, dall'Istituto<br />

Nazionale di Fisica Nucleare. Di recente <strong>il</strong> centro è<br />

balzato agli onori della cronaca per un<br />

esperimento la cui portata – dicono gli esperti<br />

della comunità scientifica ‐ può rivelarsi<br />

eccezionale, perché apre nuove possib<strong>il</strong>ità per la<br />

realizzazione del computer quantistico. Gli<br />

scienziati del Lens sono riusciti, primi al mondo, ad<br />

osservare un fenomeno bas<strong>il</strong>are nella fisica: la<br />

localizzazione di Anderson di onde di materia, una<br />

manifestazione quantistica descritta da uno<br />

scienziato americano (Anderson appunto)<br />

cinquant'anni fa. Per osservare <strong>il</strong> fenomeno, <strong>il</strong><br />

team di ricercatori ha realizzato un simulatore<br />

quantistico, cioè una “macchina virtuale” capace di<br />

obbedire non più alla fisica classica, ma al mondo<br />

dei quanti, trasformando atomi in onde.<br />

L’esperimento è stato pubblicato sulla prestigiosa<br />

rivista Nature.<br />

Per sostenere l’innovazione e la competitività in<br />

questo comparto, <strong>il</strong> Cnr, insieme all’Enea e a una<br />

rete che comprende università, politecnici e<br />

aziende, sta promuovendo la costituzione della<br />

piattaforma nazionale Phorit (Photonics Research<br />

“<br />

Il mercato italiano della fotonica<br />

rappresenta l’8% di quello europeo,<br />

con un fatturato di circa 4 m<strong>il</strong>iardi di<br />

euro, 200 aziende e circa 15 m<strong>il</strong>a<br />

”<br />

addetti<br />

in Italy). Scopo dell’iniziativa è creare un network<br />

che consenta un’ottimizzazione delle risorse<br />

esistenti e fac<strong>il</strong>iti l’interazione fra la realtà<br />

industriale e <strong>il</strong> mondo della ricerca pubblica, sulla<br />

scia di quanto già successo a livello europeo con la<br />

piattaforma Photonics2.<br />

ITALIA –Geografie del nuovo made in Italy ‐ 103<br />

5.2.5 Energie rinnovab<strong>il</strong>i e risparmio<br />

energetico<br />

Nonostante i ritardi accumulati sul fronte delle<br />

energie alternative, l’Italia ha comunque ideato<br />

delle tecnologie all’avanguardia che, nate<br />

all’interno delle università e dei centri di ricerca<br />

pubblici, hanno poi conosciuto uno sv<strong>il</strong>uppo sul<br />

mercato. Una tipologia di produzione energetica da<br />

fonte rinnovab<strong>il</strong>e resa più efficiente grazie ad una<br />

tecnologia tutta italiana è quella del solare<br />

termodinamico, o solare a concentrazione. Il<br />

solare termodinamico prevede l’ut<strong>il</strong>izzo di specchi<br />

parabolici che instradano i raggi solari su un punto<br />

focale preciso, sv<strong>il</strong>uppato linearmente. Ma <strong>il</strong> punto<br />

di raccolta dell’energia non è costituito da una cella<br />

solare, bensì da un tubo contenente un fluido che<br />

si riscalderà e verrà ut<strong>il</strong>izzato in seguito per<br />

produrre energia, mettendo in moto delle turbine<br />

convenzionali. Questa tecnologia potrà giocare nei<br />

prossimi decenni un ruolo fondamentale nella<br />

produzione energetica mondiale, sfruttando calore<br />

ad alta temperatura da fonte solare per produrre<br />

quantità significative di elettricità con una serie di<br />

vantaggi: cicli completamente rinnovab<strong>il</strong>i e senza<br />

emissione di gas serra, costi competitivi. Il solare<br />

“<br />

Una tipologia di produzione<br />

energetica da fonte rinnovab<strong>il</strong>e resa<br />

più efficiente grazie ad una<br />

tecnologia tutta italiana è quella<br />

del solare termodinamico<br />

”<br />

termodinamico si basa sull’intuizione del premio<br />

Nobel per la fisica Carlo Rubbia che ha ideato un<br />

processo che sfrutta come fluido termovettore una<br />

miscela di sali fusi che elimina quasi totalmente i<br />

rischi ambientali e raggiunge temperature di 550°<br />

C, superiori a qualsiasi altro fluido ut<strong>il</strong>izzato in<br />

questo settore.<br />

Confrontata con gli impianti che ricorrono<br />

all’abituale olio minerale, l’efficienza delle centrali<br />

solari termodinamiche è decisamente più alta. Il<br />

sale fuso, oltre ad avere costi più contenuti,<br />

consente di aumentare l'energia termica<br />

trasportata e la capacità di stoccaggio del calore,<br />

sopperendo alle discontinuità di irraggiamento<br />

solare. In questo modo, <strong>il</strong> calore stoccato può<br />

essere ut<strong>il</strong>izzato anche di notte per produrre<br />

vapore e attivare le turbine che generano<br />

elettricità. In questo campo notevole è stato <strong>il</strong><br />

contributo dato dai centri Enea di Portici e della<br />

Casaccia Roma che con <strong>il</strong> progetto Archimede,

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