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iomedicale, l'ambiente, la consulenza finanziaria e<br />

tecnologica.<br />

Emerge quindi l’istantanea di una provincia che si<br />

caratterizza per una concentrazione di risorse<br />

umane e materiali dedicate allo sv<strong>il</strong>uppo<br />

tecnologico. E’ proprio questa peculiarità che funge<br />

da propulsore alla crescita delle imprese e<br />

dell’economia del territorio 58 .<br />

In questa provincia che guarda al futuro, una dei<br />

settori più all’avanguardia è senza dubbio quello<br />

dell’Ict, in cui, non a caso, lavorano quasi la metà di<br />

tutte le imprese hi‐tech della provincia. A Pisa,<br />

inoltre, si concentra <strong>il</strong> 13,7% delle imprese<br />

regionali di settore, che contano <strong>il</strong> 47,8% del totale<br />

delle esportazione Ict della regione. E proprio<br />

sotto la torre pendente che si sta mettendo a<br />

punto l’informatica del futuro. Qui, poco più di un<br />

anno fa, presso la Scuola Normale Superiore, è<br />

stato creato <strong>il</strong> Quantum Information Competence<br />

Center, primo centro italiano di informatica<br />

quantistica nato in collaborazione con <strong>il</strong> gigante<br />

dell’It, l’Ibm. Il centro punta a esplorare le<br />

potenzialità dei computer quantistici e dei<br />

software del futuro, creando una rete territoriale<br />

che coinvolge aziende, centri per <strong>il</strong> trasferimento<br />

tecnologico, centri di ricerca e istituti universitari.<br />

In questa nuova generazione di macchine, le<br />

informazioni non sarebbero più affidate ai bit, ma<br />

corrisponderebbero a diversi livelli di energia delle<br />

particelle subatomiche. Il centro pisano si inserisce<br />

nella collaborazione già avviata da Ibm con l’Istitut<br />

de Ciencies Fotiniques spagnolo, uno dei<br />

riferimenti mondiali nel campo dell’ottica<br />

quantistica, e fa parte di un ampio progetto che<br />

include anche <strong>il</strong> laboratorio di ricerca Ibm di Roma.<br />

Un altro fiore all’occhiello dell’Ict made in Pisa è<br />

polo tecnologico di Navacchio. Fino agli anni ’90<br />

era solo un’area industriale fatiscente e degradata,<br />

pallido ricordo dell’antica dist<strong>il</strong>leria di cognac che<br />

aveva chiuso i battenti nella metà del secolo<br />

scorso. Ora, invece, <strong>il</strong> centro è uno dei più<br />

importanti d’Italia per numero di realtà che vi<br />

operano e di addetti. Al posto dei vecchi capannoni<br />

dismessi, c’è uno spazio di oltre 15 m<strong>il</strong>a mq che<br />

ospita piccole aziende hi‐tech che vanno dall’Ict<br />

alla microelettronica, dalla robotica al biomedicale,<br />

dall’energia all’ambiente. Una realtà in costante<br />

crescita: dalle 11 aziende del 2001 si è passati alle<br />

48 del 2008, con un giro di affari pari a 29 m<strong>il</strong>ioni di<br />

euro. Il polo ha adottato un modus operandi che si<br />

è rivelato vincente, superando lo schema<br />

58 Ibidem<br />

ITALIA –Geografie del nuovo made in Italy ‐ 99<br />

tradizionale dei parchi tecnologici di prima<br />

generazione. A Navacchio, sin dall’inizio, oltre ad<br />

fornire uno spazio alle piccole imprese, si è offerto<br />

loro assistenza per alcune attività – marketing,<br />

internazionalizzazione, servizi finanziari e legali –<br />

che sarebbero risultate altrimenti troppo onerose.<br />

In questo modo, le sturt‐up hanno avuto la<br />

possib<strong>il</strong>ità di aumentare <strong>il</strong> proprio vantaggio<br />

competitivo senza perdere flessib<strong>il</strong>ità e ag<strong>il</strong>ità. Ma<br />

soprattutto <strong>il</strong> polo ha promossa una logica di rete<br />

fra imprese complementari, con collaborazioni che<br />

si sono tradotte nel lancio di nuovi prodotti e<br />

servizi e nel raggiungimento di migliori risultati<br />

economici, come dimostra l’aumento costante del<br />

fatturato aggregato che nel 2008 ha sfiorato i 30<br />

m<strong>il</strong>ioni di euro. Il tutto in un contesto giovane e<br />

dinamico che dà lavoro a circa 500 persone, <strong>il</strong> 74%<br />

delle quali in possesso di una laurea e con un’età<br />

media di 35 anni. Molte anche le sinergie con le<br />

università e i centri di ricerca ‐ Cnr, Politecnico di<br />

M<strong>il</strong>ano, Normale di Pisa, Piaggio ‐ che hanno<br />

prodotto 54 progetti, 9 nuovi prodotti e 12 nuovi<br />

servizi. Il fiore all’occhiello rimane l’incubatore<br />

d’impresa, nato per dare un supporto alla nascita,<br />

all’avvio e allo sv<strong>il</strong>uppo competitivo di nuove<br />

imprese e spin off nei settori dell’ hi‐tech. Grazie al<br />

supporto di questa struttura, che si è aggiudicata <strong>il</strong><br />

quarto posto nel “best science based incubator<br />

award 2008” del Cses 59 , hanno preso avvio diverse<br />

esperienze imprenditoriali interessanti. Fra queste<br />

vi è Art‐test, start‐up specializzata nel campo della<br />

diagnostica ottica non invasiva per i beni culturali.<br />

L’azienda è nata dall'esperienza di un gruppo di<br />

specialisti nella progettazione e nello sv<strong>il</strong>uppo di<br />

sistemi di raccolta e elaborazione di dati digitali per<br />

lo studio e la salvaguardia delle opere d’arte. Un<br />

team di fisici, ingegneri elettronici, meccanici,<br />

informatici, conservatori e storici d’arte che si sta<br />

facendo conoscere in tutto <strong>il</strong> mondo, diventando<br />

un punto di riferimento. Gli strumenti realizzati da<br />

Art‐test consentono di acquisire immagini e<br />

informazioni sullo stato di conservazione delle<br />

opere, sulla composizione, su eventuali danni ai<br />

materiali. Punta di diamante dell’azienda è <strong>il</strong><br />

brevetto mult<strong>il</strong>ayer, vincitore del premio Vespucci<br />

2008. E’ uno strumento che consente, tramite<br />

radiazioni, di ottenere una stratigrafia a immagini<br />

dell'area indagata in grado di visualizzare i vari<br />

59<br />

Centre for strategy and evaluation services‐ che monitora, a livello<br />

europeo, i servizi di incubazione.

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