Scarica il documento - Fondazione toscana sostenibile
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sv<strong>il</strong>uppando diversi progetti p<strong>il</strong>ota suddivisi in vari<br />
settori ‐ umano e agroalimentare ‐ e per diverse<br />
applicazioni.<br />
La mappa del biotech italiano ha un altro centro di<br />
r<strong>il</strong>ievo in Toscana, nell’area senese, dove opera<br />
Toscana Life Science, <strong>il</strong> polo scientifico e<br />
tecnologico per la ricerca biomedica, nato grazie ad<br />
una rete territoriale composta dalla Regione<br />
Toscana, la <strong>Fondazione</strong> Monte dei Paschi di Siena,<br />
la Provincia e la Città di Siena, 5 università toscane.<br />
Il suo principale obiettivo è quello di incentivare e<br />
sostenere le attività di ricerca nel settore delle<br />
scienze della vita e promuovere lo sv<strong>il</strong>uppo di<br />
progetti orientati ad un’applicazione industriale,<br />
offrendo strutture attrezzate, servizi e opportunità<br />
di finanziamento. Il parco è diventato un polo di<br />
riferimento, a livello nazionale e internazionale,<br />
nella lotta alle malattie rare e orfane, quelle<br />
patologie che, in quanto poco diffuse, sono<br />
solitamente poco studiate e marginalizzate<br />
nell’ambito della ricerca scientifica. Diverse piccole<br />
e medie aziende altamente tecnologiche, come<br />
SienaBiotech e Novartis, hanno la propria sede<br />
all’interno del polo. Il parco dispone di un moderno<br />
bioincubatore per lo start‐up di imprese che<br />
operano nel settore biomedicale e delle<br />
biotecnologie e di un BioFund, una società di seed<br />
capital appositamente costituita per fac<strong>il</strong>itare<br />
l’inizio delle attività delle aziende nate<br />
nell’incubatore. Tra le prime imprese “incubate” vi<br />
è Toscana Biomarkers, società di ricerca promossa<br />
da un gruppo di docenti delle università di Firenze<br />
e Pisa, lanciata nel 2007 grazie all'apporto<br />
finanziario di fondi istituzionali toscani (BioFund<br />
appunto e Sici). L’azienda ha vinto <strong>il</strong> premio<br />
europeo 2008 di Frost e Sullivan, uno dei più ambiti<br />
nel settore delle biotecnologie, grazie alla ricerca<br />
su particolari molecole in grado di portare alla<br />
diagnosi precoce di malattie autoimmuni come<br />
l'artrite reumatoide, <strong>il</strong> lupus eritematoso sistemico<br />
e la sclerosi multipla. I prodotti biotecnologici che<br />
derivano da questa ricerca sono destinati a rendere<br />
meno duro l'impatto con la malattia e a ridurre i<br />
costi sanitari associati.<br />
Nelle biotecnologie è specializzato anche Area<br />
Science Park, uno dei maggiori parchi scientifici<br />
europei, immerso in una città – Trieste ‐ che vanta<br />
una concentrazione di ricerca scientifica di 40<br />
ricercatori per ogni 1000 abitanti, 10 volte<br />
superiore alla media italiana, ma non abbonda di<br />
imprenditorialità. Proprio per attirare le imprese<br />
interessate all’innovazione è stato costituito <strong>il</strong><br />
parco, al cui interno operano 66 aziende e 21 centri<br />
ITALIA –Geografie del nuovo made in Italy ‐ 93<br />
di ricerca, oltre 2200 addetti (tre quarti dei quali<br />
laureati) per un fatturato di 140 m<strong>il</strong>ioni di euro. Un<br />
ruolo centrale gioca <strong>il</strong> cluster di biomedicine,<br />
società consort<strong>il</strong>e pubblico privata, fondata per<br />
essere ponte fra ricerca e impresa, mettendo in<br />
rete enti scientifici, aziende, istituzioni, agenzie di<br />
sv<strong>il</strong>uppo a livello regionale. Fra i casi di successo c’è<br />
Lay Line Genomics ‐ spin‐off della Scuola<br />
Internazionale Superiore di Studi Avanzati di<br />
Trieste ‐ impegnata nella ricerca biomedica per la<br />
cura delle malattie del sistema nervoso centrale.<br />
L’azienda ha attirato l’attenzione della comunità<br />
scientifica per aver individuato due anticorpi per <strong>il</strong><br />
trattamento del dolore infiammatorio e<br />
neuropatico, privi di effetti collaterali. Questi<br />
prodotti sono stati successivamente concessi in<br />
licenza a partner industriali che si occupano del<br />
loro sv<strong>il</strong>uppo clinico e della commercializzazione.<br />
Sempre in Veneto, nel Parco Scientifico Vega di<br />
Venezia, nel 2008 ha aperto i battenti <strong>il</strong> LivingTech<br />
Laborator, uno dei pochi laboratori al mondo<br />
dedicati alla biologia sintetica, che mira a costruire<br />
modelli sperimentali di cellule artificiali semplici. La<br />
struttura è un progetto dell'European Centre for<br />
Living Technology, centro di ricerca europeo con<br />
sede a Venezia, e vede la collaborazione di una<br />
quindicina di università ‐ tra cui Ca' Foscari, socio<br />
fondatore ‐ e centri di ricerca di tutto <strong>il</strong> mondo.<br />
L’intento è quello di costruire una cellula vivente a<br />
partire dalle sue componenti inanimate e capire,<br />
attraverso questi modelli semplici creati in<br />
laboratorio, come funzionano veramente i sistemi<br />
cellulari più complessi. Tutto questo non solo per<br />
far progredire la conoscenza scientifica, ma anche<br />
per promuovere la sperimentazione a fini<br />
applicativi. Il percorso è ancora lungo, ma si<br />
registrano i primi risultati positivi. E’ di qualche<br />
mese fa la scoperta di un enzima, composto da<br />
venti aminoacidi, capace di produrre una reazione<br />
che solitamente in natura è generata da enzimi<br />
dieci volte più complessi. Una scoperta, questa,<br />
che potrebbe portare alla semplificazione di alcuni<br />
processi produttivi, con benefici sia dal punto di<br />
vista economico che ambientale.